Intervista del Presidente Ennio Ladini a UICICOM 04 giugno 2021
Bergamo AAA e la sezione UICI di Bergamo nell’ambito dell’evento “Bergamo include” promosso dall’Assessorato alla coesione sociale, organizzano una visita guidata in Città Alta.
Gli enti promotori in occasione della settimana che termina il 3 dicembre, giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità hanno voluto richiamare l’attenzione sull’importanza di una piena inclusione nel campo artistico, culturale e turistico da parte delle categorie disagiate.
Il progetto, particolarmente significativo, vuole essere ambizioso e propositivo prevedendo la partecipazione di varie categorie di disabili divise in gruppi ma che avranno un ideale punto d’incontro e un intento comune.
auspichiamo quindi una folta presenza anche di nostri iscritti ed accompagnatori.
La data prevista è sabato 2 dicembre dalle 14.30: si percorrerà un itinerario a sorpresa, modulabile anche secondo le condizioni meteo, della durata di circa due ore che toccherà alcuni tesori della nostra Città
Il ritrovo del nostro gruppo è fissato alle ore 14.30 in Piazza Vecchia presso la Biblioteca Maj.
La visita, che prevede esplorazioni tattili ed esperienze sensoriali, sarà gratuita grazie alla disponibilità di un’esperta guida turistica della Città di Bergamo che ci condurrà nel percorso.
Iscrizioni entro le ore 12 di venerdì 1 dicembre, telefonando in sezione al numero 035/249208 o chiamando Paolo parimbelli allo 035/233793, e-mail:
studioparimbelli@virgilio.it
L’Associazione Bergamo AAA, nell’ambito della settimana Bergamo include, promossa dall’Assessorato alla Coesione Sociale del Comune di Bergamo, propone 3 percorsi guidati attraverso le vie di Città Alta, appositamente studiati per persone con difficoltà motorie e sensoriali.
L’iniziativa si svolgerà sabato 2 dicembre e sarà così articolata:
- Città Alta senza barriere (adatta a persone con disabilità motoria)
Partenza da Colle Aperto – Guida Nicola Eynard
- Città Alta dei 5 sensi (adatta a persone cieche e ipovedenti)
Partenza da Piazza Vecchia – Guida Elisabetta Campanini
- Città Alta nel silenzio (adatta a persone non udenti)
Partenza da Piazza Mercato delle Scarpe – Guida Chiara Gambirasio, con Interprete LIS
Le 3 visite guidate partiranno contemporaneamente alle ore 14.30 dai 3 punti indicati e si concluderanno alle ore 16.30 al Teatro Sociale dove i 3 gruppi si ritroveranno per uno scambio di impressioni sull’esperienza.
L’iscrizione è gratuita e aperta a tutti. I posti disponibili sono limitati a 20 persone per ogni gruppo, compresi eventuali accompagnatori.
Per ulteriori informazioni e per iscrizioni:
scrivere a: presidente@bergamoaaa.org
telefonare a: 335 6773627
Il Grande e’ il primo teatro in Italia con spettacoli per ciechi e sordi
Il Teatro Grande di Brescia è il primo in Italia ad avviare dal 24 novembre il progetto di accessibilità che consentirà a persone sorde o cieche di godersi il Teatro.
BRESCIA. Si chiama Open ed è un progetto di accessibilità che porterà disabili uditivi e visivi a Teatro.
Open nasce dalla collaborazione tra la Fondazione del Teatro Grande, lo Sferisterio di Macerata e Sennheiser, azienda del suono leader in campo internazionale. Il progetto consente la fruizione degli spettacoli attraverso una particolare tecnologia, ma prevede anche percorsi di approfondimento che sono di ausilio per la comprensione dello spettacolo e del Teatro stesso.
Il via all’iniziativa avverrà venerdì 24 novembre alle 20.30 in occasione della prima rappresentazione di Carmen. Il Teatro Grande sarà così il primo Teatro in Italia a sperimentare il sistema Mobile Connect di Sennheiser che, attraverso il semplice utilizzo di un’app scaricata sul proprio cellulare, consentirà a sordi e ipoudenti di migliorare la propria fruizione dell’opera attraverso una personale modulazione delle frequenze del suono, così da poter adeguare alle singole esigenze l’ascolto in cuffia.
Sempre dedicata a sordi e ipoudenti sarà la speciale visita guidata in LIS che si terrà alle ore 17.00 del 24 novembre: un percorso che racconterà sia la storia del Teatro, sia l’opera di George Bizet in scena la sera stessa. Durante tutte le rappresentazioni d’opera del Teatro Grande vengono proiettati i sopratitoli in italiano che costituiscono un ulteriore ausilio per i non udenti.
La particolare tecnologia alla base del sistema Sennheiser scelto per questo progetto consentirà anche di sviluppare un servizio specifico per i non vedenti che verrà utilizzato per la prima volta il 26 novembre (Carmen ore 15.30) e poi riproposto nelle due recite di Rigoletto (30 novembre ore 20.30 e 2 dicembre ore 15.30). Sempre attraverso l’utilizzo dell’app, dal proprio cellulare l’utente potrà ascoltare un’audiodescrizione dello spettacolo che verrà trasmessa in cuffia durante l’opera per raccontare i dettagli dell’impianto scenico, dei costumi e delle scelte registiche. A completamento delle proposte per i non vedenti, si terranno alle ore 11.00 del 26 novembre e del 2 dicembre degli speciali percorsi tattili che porteranno gli utenti a conoscere gli spazi del Teatro, ma anche quelli del backstage con la possibilità di toccare parti delle scene e dei costumi.
Tutti gli appuntamenti del progetto OPEN sono gratuiti e solo su prenotazione inviando una mail a accessibilita@teatrogrande.it (posti limitati).
Dopo questa prima fase pilota, la Fondazione del Teatro Grande intende sviluppare ed espandere il progetto anche attraverso una collaborazione con le istituzioni e le realtà che si occupano di questi tipi di disabilità. Un percorso di questo tipo non può infatti prescindere da una condivisione con coloro che lavorano sul territorio e che hanno ogni giorno un contatto diretto con gli utenti: affinché OPEN possa raggiungere i risultati attesi è fondamentale infatti raccogliere adesioni e riscontri che possano aiutare ad affinare quanto proposto.
Fonte: BsNews.it del 16-11-2017
NEWS OTTOBRE 2017
Sommario
GIORNATA NAZIONALE DEL CANE GUIDA 2017, MILANO, DOMENICA 15 OTTOBRE – 4
ASSOCIAZIONE OMERO – SETTIMANA BIANCA DI SCI NORDICO – DOBBIACO
3-10 FEBBRAIO 2018 – 5
COMUNICAZIONI VARIE – 6
SOSTEGNO. “NORD SENZA 10MILA PROF SPECIALIZZATI: MIUR ASSUMA PRECARI” – 8
TRASPORTI E AIUTI IN AULA PER I DIRITTI DEI DISABILI L’ANNO INIZIA IN RITARDO – 8
LONATO DEL GARDA – UN ALTRO COMUNE CONDANNATO PER L’INSUFFICIENTE ASSISTENZA ALLO STUDIO – 9
IL SEDICENNE HA INIZIATO A GIOCARE QUATTRO ANNI FA ED GIÀ CAMPIONE D’ITALIA – 10
NOTIZIE DALLA SEDE CENTRALE E DAL WEB – 11
- Settimana della musica ad Hannover, Germania, 28 luglio – 5 agosto 2018
(scadenza 30 novembre 2017) – 11
- Benefici pensionistici lavoratori non vedenti – Circolare INPS n. 73 del 14 aprile 2017 – Verifica di corretta applicazione del Coefficiente di trasformazione Quota Contributiva – 12
- Calendario Antoniano 2018 – 13
SEDE CENTRALE: COMUNICATI DIRAMATI NEL MESE DI SETTEMBRE – 14
DISABILITÀ, PARLAMENTO UE: APPROVATO ATTO EUROPEO SULL’ACCESSIBILITÀ – 15
VINCENZO ZOCCANO ELETTO PRESIDENTE DEL FID FORUM ITALIANO DELLA DISABILITÀ – 15
STUDENTI DISABILI: STOP AI CAMBI “IN CORSA” DEI DOCENTI DI SOSTEGNO – 16
LA SOLA CONTINUITÀ SEMPRE GARANTITA È QUELLA DELLA BUROCRAZIA – 18
I CREDITI FORMATIVI, L’INCLUSIONE E IL LAVORO DELLE ASSOCIAZIONI – 19
COME SI DIVENTA INSEGNANTI DI SOSTEGNO? TUTTE LE NOVITÀ – 22
STRUMENTI A FIATO. RISCHIO GLAUCOMA PER CHI LI SUONA – 23
CONSULENZA GENETICA, A FIRENZE, PER LE PATOLOGIE RETINICHE EREDITARIE – 24
STANISLAO RIZZO: A FIRENZE L’AUTORE DEL PRIMO TRAPIANTO DI RETINA ARTIFICIALE
AL MONDO – 25
TAXI CONDIVISO A TORINO ACCORDO WETAXI-UICI PER LA MOBILITÀ DEI NON VEDENTI – 26
ALLA REGGIA DI VENARIA L’ARTE È IN 3D E LA “VEDONO” ANCHE I CIECHI – 27
A VENEZIA PER ABBATTERE LE BARRIERE, MA COME SI RENDE UN FILM ACCESSIBILE? – 28
CULTURA PER TUTTI: QUESTA VOLTA SI PASSA AI FATTI – 29
VALERIA GOLINO A VENEZIA RACCONTA LE DIFFICOLTÀ DI INTERPRETARE
UN PERSONAGGIO NON VEDENTE – 31
A VENEZIA C’È ASIA, RAGAZZA IPOVEDENTE DEL REGISTA FASULO – 32
ANDREA BOCELLI: “IL TALENTO NON È UN MERITO PERSONALE” – 33
“IO, AVVOCATA NON VEDENTE, VI SPIEGO COME CE L’HO FATTA” – 34
ROMA – SPORT PARALIMPICI SBARCA AL TRE FONTANE IL CENTRO D’ECCELLENZA – 35
AUDOGUIDA ACCESSIBILE ALLE MERAVIGLIE DEI BORGHI D’ITALIA – 35
L’ACCESSIBILITÀ CHE INCLUDE, ANCHE IN ASPROMONTE – 36
A VIDDALBA PERCORSO TATTILE NEL MUSEO – 37
TORINO – LA CHIESA DI SAN LORENZO A TORINO: UN RACCONTO DA TOCCARE CON MANO – 38
NAPOLI – CORSO PER PIZZAIOLI NON VEDENTI UNA VENTATA DI ORIGINALITÀ E INNOVAZIONE – 39
FOCUS
- I LAVORATORI DIVERSAMENTE ABILI, OSTAGGI DI UN SISTEMA NON INCLUSIVO – 41
L’AGENDA: APPUNTAMENTI DEL MESE DI OTTOBRE – 43
Dal consiglio regionale uici
Giornata nazionale del Cane Guida 2017, milano, domenica 15 ottobre
L’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) della Lombardia, con il patrocinio del Comune di Milano, invita la cittadinanza all’edizione 2017 della Giornata del Cane Guida, che si celebrerà domenica 15 ottobre a Milano.
La Giornata prenderà il via alle ore 10 in Piazza Duomo (lato Galleria Vittorio Emanuele), dove verrà allestito un punto informativo presso il quale, fino alle ore 16, persone accompagnate dal loro cane guida distribuiranno brochure e forniranno informazioni agli interessati. Inoltre, a partire dalle ore 11 e fino alle ore 12.30, si potrà assistere ad una dimostrazione di addestramento dei cani guida a cura della Scuola Cani Guida del Lions Club di Limbiate.
Istituita nel 2006 dall’UICI, la Giornata Nazionale del Cane Guida vuole essere un momento di riflessione sull’importanza di questo fedele ed instancabile compagno di libertà, nonché l’occasione per sensibilizzare la collettività verso le discriminazioni che, nonostante le disposizioni di legge, vedono protagoniste le persone non vedenti accompagnate dal loro cane guida nell’accedere ai luoghi di pubblica utilità.
Dichiara il Presidente dell’UICI della Lombardia Nicola Stilla: “Desidero, a nome di tutta l’UICI lombarda, esprimere un sentito ringraziamento all’amministrazione comunale milanese, che patrocinerà la manifestazione. Proprio per le finalità che l’iniziativa si pone – prosegue Stilla – la vicinanza delle istituzioni locali rappresenta per noi un valore aggiunto. Sarà una giornata da trascorrere insieme per riflettere in maniera serena sull’importanza del cane guida per l’autonomia e la mobilità delle persone non vedenti, nonché per sensibilizzare la collettività sulle gravi difficoltà economiche in cui versano le scuole di addestramento nazionali. Tale situazione genera ripercussioni sugli utenti, in quanto sono costretti ad affrontare tempi sempre più lunghi di attesa per la consegna del cane guida.
Inoltre – aggiunge Stilla – intendiamo informare e sensibilizzare i cittadini sulla necessità delle scuole per cani guida di trovare persone e famiglie a cui affidare i cuccioli fino all’età utile per iniziare l’addestramento. Auspichiamo pertanto la più ampia partecipazione; accade spesso – denuncia Stilla – che alle persone non vedenti accompagnate dal loro cane guida sia negato l’accesso ai luoghi di pubblica utilità adducendo le più diverse motivazioni di presunto carattere pratico o sanitario, ma che in realtà sono dettate solo da pregiudizi sia verso la persona, sia verso il cane dal quale viene accompagnata. Oltre che diffondere la corretta conoscenza delle norme di legge che garantiscono in tal senso la persona non vedente accompagnata dal cane guida, siamo convinti che ancor più importante sia un cambiamento culturale e crediamo che proprio momenti come quello di domenica 15 ottobre possano rappresentare un passo, seppur piccolo, lungo il tortuoso percorso che ci auguriamo conduca verso questo cambiamento”.
Per ulteriori informazioni:
Tel. 02/76011893
Email uiclomb@uiciechi.it
Sito web http://www.uicilombardia.org
Facebook UICI.ConsiglioRegionaleLombardo
Twitter @UiciLombardia
Dall’associazione omero
Settimana bianca di sci nordico – Dobbiaco 3-10 febbraio 2018
La nostra associazione, grazie al prezioso apporto delle guide del C.A.l. di Bergamo, vale a dire i nostri fedeli amici ed accompagnatori, organizza la settimana bianca di sci nordico da sabato 3 Febbraio a Sabato 10 Febbraio 2018 a Dobbiaco (BZ).
Ricordiamo alle persone che aderiranno di attenersi alle seguenti indicazioni:
- a) Le iscrizioni dovranno pervenire alla scrivente associazione dal 2 Novembre al 6
Dicembre 2017, (fino ad esaurimento posti) e saranno accettate previo versamento di un anticipo pari ad € 200,00 a persona; in caso di disdetta gli organizzatori si riservano di valutare la restituzione dell’anticipo perché necessario a coprire le spese organizzative.
- b) il saldo dovrà essere effettuato tassativamente entro il 12 gennaio 2018; si precisa che non saranno accolti saldi in albergo.
- c) Tutti coloro che metteranno gli sci ai piedi e parteciperanno alle camminate organizzate (corsisti, guide o liberi amatori) dovranno inviarci copia di un certificato di “sana e robusta costituzione” rilasciato dal medico di base o copia del certificato di idoneità all’attività agonistica con scadenza successiva al periodo della settimana bianca.
- d) L’associazione non garantisce servizio di assistenza personalizzata nel tempo libero.
Tutti i partecipanti saranno ospitati all’Hotel Union – Via Dolomiti, 24 – 39034 Dobbiaco (BZ) – Tel. 047 4 – 970.100; Fax 0474 – 972.798. Il trattamento sarà di mezza pensione, in camere doppie o triple.
Le quote stabilite sono le seguenti:
Gli sciatori ed i camminatori non ed ipovedenti: € 620,00 e comprende: tassa di soggiorno, accompagnamento sugli sci o alle camminate, rimborso per pranzi alle guide, assicurazione, festa di chiusura, acqua e ¼ di vino ai Pasti.
Gli accompagnatori e i simpatizzanti: € 540,00 e comprende tassa di soggiorno, assicurazione, festa di chiusura, acqua e ¼ di vino ai Pasti.
I bambini (terzo e quarto letto con i genitori): fino a 6 anni € 280,00 e dai 7 ai 13 anni € 370,00.
Il supplemento per la camera sinqola: € 90,00
Il supplemento per il cane: € 50,00
In questo periodo le camere non possono essere occupate come doppie uso singolo.
A carico dei partecipanti sarà anche l’eventuale noleggio delle attrezzature e lo sky-pass.
Per le iscrizioni, ulteriori informazioni o chiarimenti, potete contattare:
Giulio Gusmeroli, Andrea Conti, Angelo Diani o Perico Lorenzo ai recapiti telefonici da richiedere alla Sezione UICI di appartenenza.
NOTA BENE:
Le quote degli anticipi e dei saldi dovranno essere versate sul c/c bancario intestato all’A.S.D. OMERO BERGAMO c/o Unicredit,
CODICE IBAN 1T36Y020081 1 1 100000021 33330
Sulla causale del bonifico dovrà essere indicato il nome di almeno un iscritto per ogni camera e copia dell’avvenuto pagamento dovrà essere inviata per email a segreteria@omerobq.it e per conoscenza contimilesi@alice.it oppure per Fax al N’ 035 270720.
Comunicazioni varie
Dalla sezione di brescia
Corso di yoga in sezione
Si comunica che anche quest’anno, a partire dal 18 Settembre, ogni lunedì dalle 17 alle 18,30, fino ai primi di giugno verrà organizzato il corso di yoga, tenuto dal nostro amico e istruttore Angelo Mortini, nel salone Ponti sezionale. La quota è stata fissata in 140,00 euro da suddividere in 2 rate di 70,00 euro da versarsi in segreteria al momento dell’iscrizione e all’inizio di Febbraio. Per organizzare al meglio l’iniziativa, verrà ammesso un numero massimo di 15 partecipanti, dando priorità ai soci.
Per ulteriori informazioni potrete rivolgervi a Piera Loda (recapito da richiedere alla Segreteria sezionale).
Dalla sezione di mantova
DOMENICA 15 OTTOBRE, II° Torneo/Allenamento di Scherma integrata della Città di Mantova
Domenica 15 ottobre 2017 Mantova Scherma ASD, in collaborazione con la nostra Sezione U.I.C.I, organizza il II° Torneo/Allenamento di Scherma integrata della Città di Mantova. All’evento parteciperanno atleti vedenti e non vedenti, che si esibiranno dalle ore 10.30, presso il Palasiglacom, Via Parri n. 1, Località Eremo di Curtatone (MN).
La manifestazione ha una finalità principalmente dimostrativa e sperimentale per coloro che si vorranno avvicinare alla disciplina della scherma per tutti.
Dalla sezione di milano
- CIRCOLO CULTURALE PAOLO BENTIVOGLIO: Corsi Braille
Riprendono mercoledì 11 ottobre dalle ore 14.30 alle ore 16.30 le lezioni di lettura e scrittura braille. Per le iscrizioni rivolgersi al numero 02/783000 interno 7.
- Spettacolo benefico domenica 15 ottobre
Domenica 15 Ottobre alle ore 15 presso la Sala Barozzi dell’Istituto dei Ciechi – Via Vivaio, 7 sarà presentato lo spettacolo a scopo benefico: “Tutti al Derby Club” (Vengo anch’io…) con le canzoni di Enzo Jannacci e dei Gufi, con la partecipazione di Roberto Brivio e Grazia Maria Raimondi – Enrico Intra e gli studenti dei corsi Jazz – Paolo Rossi – Velia Mantegazza – Il Quintetto vocale Alti e Bassi.
Dalla sezione di varese
- Incontri di conversazione in lingua inglese
Si comunica che, a partire da giovedì 5 ottobre fino alle festività Natalizie, ogni giovedì dalle ore 16:30 alle ore 18:00 presso la nostra sezione, si terranno incontri di conversazione in inglese aperti ai soci. Gli incontri saranno tenuti da un volontario con esperienza pluridecennale negli Stati Uniti.
Si richiede una conoscenza di base della lingua inglese e una quota di partecipazione complessiva di 20 € per far fronte alle spese di apertura straordinaria della sezione.
- Apertura corsi di musica in Braille presso accademia musicale Papillons
L’accademia musicale Papillons, con sede in via Sacromonte 18, Sant’Ambrogio – Varese, propone corsi di musica in Braille per non vedenti.
Per informazioni potete contattare l’accademia al numero di telefono da richiedere in Sezione o via mail all’indirizzo accademiamusicalepapillon@gmail.com.
- Vacanza invernale coi Ciechi Sportivi Varesini
Si comunica che, da mercoledì 10 gennaio a domenica 14 gennaio 2018, in Trentino Alto Adige, nella Valle di Anterselva, il gruppo CSV ha organizzato la vacanza sulla neve, dedicata allo sci nordico, allo sci alpino ed alle ciaspolate. Per informazioni telefonare a Ruggero Brandellero (recapito da richiedere alla Segreteria sezionale).
Avvenire del 19-09-2017
Sostegno. “Nord senza 10mila prof specializzati: Miur assuma precari”
MILANO. «Anche il 2017 sembra contraddistinguersi per l’emergenza assoluta sul sostegno». L’anno scolastico è appena cominciato ma Ernesto Ciracì, presidente dell’associazione Misos, che rappresenta gli insegnanti specializzati sul sostegno, è già molto preoccupato. Da settimane sta monitorando il territorio nazionale, scoprendo così che, anche sul sostegno agli alunni disabili, l’Italia è un Paese diviso in due. Al Nord «rimangono scoperte 10mila cattedre per mancanza di docenti specializzati sul sostegno», mentre al Sud, «dove il fabbisogno di specializzati è limitato, perché ce ne sono ancora sia nelle graduatorie di merito del concorso che nelle graduatorie ad esaurimento provinciali », è stata assegnata la maggioranza dei 9.649 posti di specializzazione, attivati appositamente dal Miur per far fronte all’emergenza.
Per esempio, la sola provincia di Milano necessita di 1.400 insegnanti di sostegno, ma per l’intera Lombardia i posti in formazione sono solo 1.270. Stanno peggio il Piemonte con 200 posti, il Veneto con 280 e l’Emilia Romagna con 310. Paradossalmente, invece, al Molise sono stati destinati 370 posti, 1.150 alla Campania, 1.185 alla Sicilia e 1.450 al Lazio.
«Da parte del Miur – attacca Ciracì – è mancata una programmazione efficace dei posti da distribuire per la nuova formazione. È, infatti, del tutto evidente come la distribuzione dei posti per la futura formazione dei docenti specializzati non rispecchi il fabbisogno territoriale e a pagarne le spese sono le scuole del nord Italia che, con grande affanno, sono alla ricerca di supplenti, che alla fine risulteranno non specializzati e spesso neolaureati senza esperienza alcuna. Per questo – conclude il presidente di Misos – sarebbe il caso che il Miur assumesse in tempi rapidissimi tutti i docenti precari specializzati sul sostegno, intrappolati nelle graduatorie di istituto che, considerando anche i futuri specializzati, ammontano a circa 14mila, in modo da garantire agli alunni con disabilità il diritto alla continuità didattica tante volte sbandierata e troppe volte disattesa».
di Paolo Ferrario
La Repubblica del 11-09-2017
Trasporti e aiuti in aula per i diritti dei disabili l’anno inizia in ritardo
MILANO. Una quindicina di ragazzi che rischia di non riuscire ad arrivare in classe perché non esiste un servizio di trasporto pianificato. È uno dei tanti rebus che dovranno affrontare gli alunni disabili in questo inizio di anno scolastico. Insieme al problema, ormai strutturale, della mancanza di insegnanti di sostegno qualificati e a qualche disguido sull’assistenza educativa.
Partiamo dai servizi di trasporto: da quest’anno, con un provvedimento della Regione approvato in estate, saranno i Comuni, anziché le Province o le Città metropolitane, a doversi occupare dell’accompagnamento a scuola dei ragazzi delle superiori e degli istituti di formazione professionale regionale. Sarà invece di competenza delle Ats il trasporto di chi ha disabilità sensoriali (non vedenti e non udenti). Una delibera, quella regionale, nata con lo scopo di distribuire in maniera più chiara le competenze ma che, per i tempi stretti di applicazione, rischia di creare disagi. Un esempio, a Milano, è quello dei ragazzi residenti in città che vanno a scuola fuori: «La Regione, anche per chi si muove all’interno del Comune di Milano — spiega la vicesindaca e assessora all’Istruzione Anna Scavuzzo — ha provveduto alla copertura economica dei servizi, ma non ci ha dato indicazioni operative. Ci siamo ritrovati con tempi strettissimi a dover gestire prestazioni per noi nuove». Palazzo Lombardia erogherà il 50 per cento dei fondi ai Comuni che ne hanno fatto richiesta e rimborserà l’altra metà il prossimo anno: un totale di 30 milioni di euro che coprono il fabbisogno economico, ma non quello organizzativo. Per ottenere i fondi c’è tempo fino al 15 settembre, con eventuale proroga per chi è in ritardo. «Stiamo cercando di tenere monitorata la situazione di chi va a scuola fuori dal Comune di Milano per gestire caso per caso il trasporto. Ma il tema — continua Scavuzzo — va visto in un’ottica più ampia e forse, in questi casi, lavorare su base comunale è restrittivo. Bisogna pensare in un’ottica di Città metropolitana». È un anno scolastico di rodaggio questo che sta per iniziare e sul piatto ci sono anche altri temi, oltre a quello del trasporto. La Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) sta alla finestra: «Al momento non abbiamo ancora ricevuto segnalazioni particolari, ma nei prossimi giorni ci aspettiamo disagi», racconta il direttore Giovanni Merlo. Ci sono in particolare, oltre al trasporto, altre due questioni su cui c’è attenzione: «Per chi richiede l’assistenza educativa per più di dieci ore, ancora non è chiaro se il surplus di costi sarà a carico della Regione o dei Comuni e un po’ di preoccupazione su questo tema c’è». Infine c’è il rebus degli insegnanti di sostegno: secondo i numeri del Provveditorato, a Milano e provincia mancano almeno 1.500 insegnanti di ruolo specializzati. Un vuoto che sarà colmato da professori “tradizionali” che seguiranno percorsi di formazione mirata alle disabilità cui devono dare sostegno. (f.ven.)
Superando.it del 23-09-2017
Un altro Comune condannato per l’insufficiente assistenza allo studio
«Questa Sentenza sancisce ancora una volta il principio secondo cui i diritti dei bambini e dei ragazzi con disabilità non devono dipendere dalla disponibilità immediata di risorse. Gli Enti Locali devono infatti garantire i servizi di assistenza allo studio in tempi brevi e certi, fornendo le ore di supporto ritenute necessarie»: viene commentata così, da parte della Federazione lombarda LEDHA, l’ennesima Sentenza di condanna nei confronti di un Comune – quello di Lonato del Garda (Brescia) – per non avere garantito le necessarie ore di assistenza educativa a un ragazzo con grave disabilità
LONATO. «Questo pronunciamento dei Giudici sancisce ancora una volta il principio secondo cui i diritti dei bambini e dei ragazzi con disabilità non devono dipendere dalla disponibilità immediata di risorse. I Comuni devono infatti garantire i servizi di assistenza allo studio in tempi brevi e certi. La gestione delle risorse economiche e gli eventuali rimborsi da parte della Regione sono problematiche che devono essere gestite nell’àmbito delle relazioni tra Enti Locali».
Così Giovanni Merlo, direttore della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), commenta la Sentenza con cui il TAR di Brescia (Tribunale Amministrativo Regionale) ha condannato il Comune di Lonato del Garda, accogliendo il ricorso che ancora una volta i genitori di un ragazzo con grave disabilità avevano dovuto avviare, essendo state garantite al figlio solo cinque ore di assistenza educativa – ovvero il minimo previsto dalla recente Delibera n. X/6832/17 della Regione Lombardia) – a fronte delle diciannove ore settimanali indicate nel PEI (Piano Educativo Individualizzato).
Accogliendo pertanto il ricorso, i Giudici del TAR bresciano hanno ordinato al Comune di Lonato del Garda di assicurare «con decorrenza immediata e con assunzione di relativi oneri un assistente alla persona in favore del minore, quanto meno per il numero di ore settimanali (15) indicate dall’Istituto scolastico frequentato dal minore [grassetto nostro nella citazione, N.d.R.]».
La citata delibera della Regione Lombardia n. X/6832/17 prevede infatti la possibilità di aumentare le ore di sostegno, «in base al livello di disabilità dello studente o alla particolare situazione di bisogno», come si legge anche nella Sentenza prodotta ora dai Giudici bresciani.
«Per la nostra Federazione – dichiara Gaetano De Luca, avvocato del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della LEDHA – che negli ultimi anni ha lanciato la campagna Vogliamo andare a scuola!, per garantire il diritto all’inclusione scolastica degli alunni e studenti con disabilità in Lombardia, si tratta chiaramente di una Sentenza importante. Purtroppo, va detto, stanno giungendo diverse segnalazioni relative a situazioni simili e per questo vogliamo ancora una volta ricordare agli Enti Locali che essi hanno il dovere di fornire le ore di supporto ritenute necessarie. Nel caso poi che non lo facciano, rischiano anche una condanna al risarcimento dei danni da parte dei vari Tribunali». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it (Ilaria Sesana).
Giornale di Merate del 06-09-2017
Il sedicenne ha iniziato a giocare quattro anni fa ed già campione d’Italia
Francesco agli Europei di calcio non vedenti: «Dovreste provarci anche voi, sarebbe utile».
Volere è potere. Giocare a calcio si può anche se si è non vedenti. Per maggiori informazioni chiedere a Francesco Cavallotto, lo trovate a Osnago quando passa a trovare la nonna. Del tema è un esperto perché non solo gioca a calcio, nonostante la cecità, ma lo fa ai massimi livelli. Campione d’Italia la scorsa stagione, settimo con la maglia azzurra agli Europei e una Supercoppa italiana da portare a casa tra una manciata di giorni. Mamma osnaghese, ora Francesco ha 16 anni e vive con la famiglia a Milano, almeno quando non è in giro per l’Italia e per l’Europa a giocare. Un glaucoma congenito ha, solo in parte, precluso la sua capacità di vedere nei primi sei anni di vita. Poi la situazione è peggiorata e Francesco, la vista, l’ha persa del tutto. Nessun compatimento, quel bambino di sei anni aveva un sogno. Quel ragazzo non vedente voleva giocare a calcio. Dieci anni dopo, a suon di sacrifici suoi, di papà e mamma, è un calciatore. «Ho sempre detto voglio giocare a pallone, ma a sei anni non si poteva. Bisognava aspettare, almeno fino ai 12 anni. Ho trascorso ogni giorno aspettando quel momento e appena ho compiuto il dodicesimo anno di vita ho detto: ?Mamma, papà ora posso giocare a calcio?. Mi hanno portato a Cremona, dove c’era un raduno tecnico di una squadra ligure di calcio non vedenti. Quando ho tirato per la prima volta la palla è stato bellissimo, la sensazione di gioia più grande della mia vita» ha raccontato Francesco. Sono seguiti anni di trasferte, le squadre sono sette in tutta Italia, la più vicina a Sanremo. Ma per papà Nico, non ci sono chilometri che tengano quando vede suo figlio felice. Tanto meno quando i risultati sono quelli ottenuti da Francesco, che nonostante la giovane età, la minima consentita, impara in fretta tanto da guadagnarsi il paragone con Kovacic e la maglia numero 10. Esterno dai piedi buoni Francesco ha giocato l’ultima stagione in prestito nelle Marche, in attesa della prossima stagione in cui potrà finalmente «avvicinarsi» a casa per giocare nella neonata formazione dell’Ac Crema riservata ai giocatori non vedenti. Ma l’ultimo campionato in terra marchigiana gli è valso uno scudetto e la chiamata in nazionale. Così la scorsa settimana i campionati europei a Berlino, insieme al suo amico e compagno di squadra Paul Iyobo, bomber degli azzurri. «E? stata una bellissima esperienza, ho giocato abbastanza, non sempre come vorrei, ma eravamo una bella squadra. L’obiettivo era quello di arrivare nei primi cinque in modo da qualificarci per i mondiali del prossimo anno. Purtroppo però alla fine è arrivato il settimo posto. Siamo soddisfatti, è solo l’inizio». Certo perché la carriera di Francesco è appena cominciata. Sedici anni, un futuro tutto da giocare e un messaggio di forza da condividere. «In situazioni eccezionali, bisogna sviluppare strategie eccezionali. E questo può servire a tutti, anche a chi vede. Si impara, pian piano. Noi siamo costretti a giocare senza vedere, ma anche chi ci vede può provare a farlo. Potrà così sviluppare altri sensi e trarne vantaggio: una migliore sensibilità della palla al piede, l’udito per orientarsi, per sentire l’avversario, la comunicazione con l’avversario. Per riuscire non bisogna essere ciechi, bisogna essere capaci di superare gli ostacoli».
NOTIZIE DALLA SEDE CENTRALE e dal web
Questo spazio vuole essere una sorta di “miniguida” per orientarsi all’interno delle molteplici attività svolte dalla Sede Centrale della nostra Associazione.
A tal fine, vi proponiamo quei comunicati diramati dalla Sede Centrale e quei contenuti apparsi sul giornale elettronico di quest’ultima nel mese appena trascorso, che contengono notizie e iniziative che pensiamo possano suscitare un concreto interesse nei nostri soci.
Di sicuro qualcosa sfuggirà, ma ci si augura che questa selezione possa essere un valido punto di riferimento.
Si augura buona lettura.
- Comunicato n. 121, diramato in data 04-09-2017
Settimana della musica ad Hannover, Germania, 28 luglio – 5 agosto 2018 (scadenza 30 novembre 2017)
Riceviamo e diffondiamo l’annuncio della settimana della musica organizzata dalla Federazione Tedesca dei Ciechi e degli Ipovedenti (Deutscher Blinden- und Sehbehindertenverband – DBSV):
“Il DBSV-Musikclub è la settimana della musica classica, pop, rap. Partecipando potrai esercitarti su composizioni polifoniche per voce e strumenti e insieme a te produrremo la musica che ti piace e che puoi cantare e suonare. Faremo un’escursione per conoscere la città di Hannover e al termine terremo un concerto pubblico. Per partecipare all’evento devi saper parlare il tedesco o l’inglese ad un buon livello poiché le attività si svolgeranno in queste due lingue. Alla settimana musicale possono partecipare anche persone minorenni, a condizione che i genitori abbiano dato il loro consenso scritto.
Il DBSV-Musikclub sarà ospitato dal Centro di formazione per adulti “Stephansstift” (ZEB), Kirchröder Straße 44, 30625 Hannover (Germania), sito web http://www.stephansstift.de. Ci saranno degli assistenti in loco, ma è richiesta una buona mobilità negli ambienti conosciuti e autonomia nelle attività quotidiane. Il coordinatore dello stage è Michael Kuhlmann, musicista e capo coro cieco. La quota di partecipazione è di 130,00 euro (comprendente il vitto, l’alloggio e le attività dello stage), ma la DBSV potrà rimborsare 50,00 euro dei tuoi costi di viaggio. Un eventuale accompagnatore dovrà pagare la tua stessa quota di partecipazione. Per maggiori chiarimenti ti preghiamo di contattare Reiner Delgado, ai seguenti recapiti: email r.delgado@dbsv.org o telefono 0049-30-285387-240.
Le iscrizioni sono aperte fino al 30/11/2017. Per candidarti dovrai leggere con attenzione il regolamento allegato e compilare e inviare la scheda allegata (in lingua inglese) al sig. Torsten Resa all’email t.resa@dbsv.org. Ti preghiamo inoltre di inviare una registrazione (non professionale) di una canzone o di un pezzo musicale da te eseguiti in file audio o caricato su piattaforma online per aiutarci nella preparazione della settimana della musica.
Dato il numero limitato dei posti disponibili, è consigliabile procedere all’iscrizione al più presto possibile. L’iscrizione è effettiva solo dopo aver ricevuto la conferma di ammissione da parte della DBSV per iscritto”.
Copia delle candidature dovrà essere inviata anche all’Ufficio Relazioni Internazionali dell’UICI all’email: inter@uiciechi.it.
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Il file .zip contenente il presente comunicato ed i relativi allegati può essere scaricato tramite il seguente url:
https://www.uiciechi.it/archivio/circolari/2017/09/Comunicato%20121.zip
- Comunicato n. 122, diramato in data 06-09-2017
Benefici pensionistici lavoratori non vedenti – Circolare INPS n. 73 del 14 aprile 2017 – Verifica di corretta applicazione del Coefficiente di trasformazione Quota Contributiva
Con riferimento al comunicato Uici n. 61 del 20 aprile 2017, si invitano tutti coloro che sono andati in pensione dal 1° gennaio 2017 (data di entrata in vigore della legge n. 232 del 2016) a voler verificare, sul proprio modello TE08 di Liquidazione di Pensione (Vecchiaia e Anticipata- Ex Anzianità), la corretta applicazione, da parte dell’INPS, del Coefficiente età Quota contributiva, rilevante nei trattamenti pensionistici liquidati nel sistema contributivo o nella quota di pensione contributiva relativamente alle pensioni liquidate con il sistema misto.
Per i lavoratori dipendenti non vedenti, come è noto infatti (comunicati Uici n. 3 e n. 61), all’interno della procedura di Liquidazione di Pensione, oltre all’età anagrafica, concorreranno a tale Coefficiente anche i benefici pensionistici di cui all’art. 1 comma 209 della legge n. 232 del 2016, che ha modificato l’art. 9 comma 2 della legge n. 113/1985.
L’urgenza del presente avviso nasce dal fatto che abbiamo riscontrato alcuni casi di inottemperanza dell’INPS alle citate disposizioni normative e proprie amministrative, perché è stato applicato ai pensionandi non vedenti il Coefficiente di trasformazione corrispondente alla sola età anagrafica, senza che su tale Coefficiente l’Istituto abbia anche riconosciuto l’incremento in misura pari a quattro mesi per ogni anno di servizio effettivamente prestato, in concomitanza con il possesso del requisito sanitario di cecità totale, parziale o ipovedenza grave (circolare INPS n. 73 del 14 aprile 2017, paragrafo 4).
Per verificare quale sia il Coefficiente età Quota contributiva a lui attribuito, il pensionato potrà fare riferimento direttamente alla Comunicazione di liquidazione di Pensione (Modello TE08) ricevuta dall’INPS, che riporta, alla voce Dati per il Calcolo Quota contributiva, il Coefficiente di trasformazione applicato dall’Istituto alla sua posizione; tale valore dovrà poi essere messo a comparazione con quanto previsto nella Tabella dei Coefficienti di trasformazione corrispondenti alle varie età anagrafiche (il Coefficiente concorre anche per frazioni di anno), reperibile in allegato al Decreto ministeriale 22 giugno 2015.
In caso di accertata erronea applicazione, il pensionato procederà presentando all’INPS domanda di Ricostituzione pensioni (anche tramite Patronato), in cui dovrà motivare la domanda, richiamando, con l’occasione, i seguenti riferimenti:
- da un punto di vista normativo, l’art. 1, comma 209, della legge 11 dicembre 2016, n. 232; l’art. 9, comma 2, della legge 29 marzo 1985, n. 113; il DM 22 giugno 2015 (GU Serie Generale n. 154 del 6-7-2015) che, in Tabella, riporta i Coefficienti di età.
- da un punto di vista amministrativo, la circolare INPS n. 73 del 14 aprile 2017.
Si informa che questa Presidenza Nazionale già si è attivata presso la Direzione Centrale Pensioni dell’INPS per un incontro urgente, nel quale discutere approfonditamente della questione e trovare soluzioni immediate.
- Giornale UICI del 06-09-2017
Calendario Antoniano 2018
Anche per il 2018 è disponibile il calendario antoniano nelle versioni braille e nero-braille a caratteri ingranditi. Il calendario può già essere ordinato, telefonando al numero 800019591 o inviando una e-mail a: abbonamenti@santantonio.org. Il titolo del Calendario Antoniano 2018 è Caro sant’Antonio. L’immagine in copertina ritrae la folla di persone all’interno della Basilica, davanti alla statua di sant’Antonio che viene portata in processione.
il calendario è dedicato alla processione del 13 giugno e le foto dei mesi riprendono vari momenti, gruppi o persone, in anni diversi. Per ogni mese c’è anche una preghiera di sant’Antonio. Come per gli anni precedenti, il Calendario riporta anche le principali feste buddhiste, ebraiche, musulmane, ortodosse e protestanti.
Il calendario viene spedito accompagnato da un portachiavi in metallo realizzato in occasione dell’ostensione del Santo del 15 febbraio 2010. Da una parte il portachiavi riporta l’immagine in rilievo di sant’Antonio con il giglio; dall’altra la cappella delle reliquie dove sono stati esposti i resti del Santo, attorniati da una folla di pellegrini; ci sono inoltre 2 gigli e la scritta dell’ostensione con la data. Il calendario è disponibile nella versione braille e nero-braille, a caratteri ingranditi e viene spedito gratuitamente su richiesta e chi lo desidera potrà fare un’offerta a favore delle opere Antoniane.
È possibile altresì ricevere la rivista mensile del Messaggero di sant’Antonio in formato word via e-mail o su cd-rom formato MP3 via posta; il costo dell’abbonamento annuale per sé o per una persona amica è di euro 10.00 e in entrambi i casi verrà inviata come omaggio la raffinata collana con pendente a forma di cuore, raffigurante sant’Antonio e il Bambino Gesù.
È anche possibile corrispondere con i frati e richiedere preghiere anche in braille e ricevere la risposta sia in braille sia in nero-braille a caratteri ingranditi. Sono disponibili alcuni audiolibri e alcune opere in braille e braille-nero a caratteri ingranditi delle Edizioni Messaggero Padova.
Su richiesta, vengono organizzate visite guidate gratuite nella Basilica di sant’Antonio, ai Musei e alle Mostre Antoniane; è disponibile un plastico tattile del complesso santuariale Antoniano collocato all’ingresso del chiostro della Magnolia.
Nel sito internet http://www.santantonio.org al link iniziative per non vedenti sono disponibili tutte le informazioni e le novità dedicate a voi!
Per richiedere una copia omaggio del Messaggero di sant’Antonio versione per non vedenti o il calendario e ricevere informazioni telefona al numero verde 800019591, invia una e-mail all’indirizzo abbonamenti@santantonio.org, o scrivere, anche in braille, a Messaggero di Sant’Antonio, via Orto botanico 11, 35123 Padova.
Sede centrale: comunicati diramati nel mese di settembre
Di seguito viene riportato l’elenco completo dei comunicati diramati dalla Sede Centrale U.I.C.I. nel mese appena trascorso, con la specificazione del relativo numero e dell’oggetto.
Vi ricordiamo che tutti i comunicati possono essere consultati all’indirizzo internet http://www.uiciechi.it/documentazione/circolari/main_circ.asp
dove è possibile effettuare ricerche mirate tramite un comodissimo motore di ricerca.
- 121 Settimana della musica ad Hannover, Germania, 28 luglio – 5 agosto 2018 (scadenza 30 novembre 2017)
- 122 Benefici pensionistici lavoratori non vedenti – Circolare INPS n. 73 del 14 aprile 2017 – Verifica di corretta applicazione del Coefficiente di trasformazione Quota Contributiva
- 123 Rubrica di SlashRadio “Dialogo con la Direzione” mercoledì 13 settembre 2017 ore 16,30
- 124 creazione di una Cooperativa
- 125 Associazione di Donatori di Voce Genova (ADOV) per incentivare la lettura
- 126 Pubblicazione dell’Avviso per la presentazione di progetti di Servizio Civile Universale per l’anno 2018
- 127 Rubrica di SlashRadio “Chiedi al presidente”
- 128 Premio Braille 2017 – messa in onda
- 129 “MACULA TODAY – Riemergere dal buio e prevenire la cecità: oggi è possibile”
- 130 Assemblea Nazionale Quadri Dirigenti 30 settembre 1 ottobre 2017 – diretta on line
HelpConsumatori del 19-09-2017
DisabilitÀ, Parlamento Ue: approvato Atto europeo sull’accessibilitÀ
I prodotti e i servizi fondamentali come telefoni, biglietterie automatiche e servizi bancari dovranno essere resi più accessibili alle persone con disabilità. Lo ha stabilito il Parlamento europeo che ha approvato l’Atto Europeo sull’accessibilità (AEA). Il testo, che verrà discusso con il Consiglio una volta che gli Stati membri abbiano espresso la propria posizione, vuole costituire la base per un miglioramento delle condizioni di vita dei circa 80 milioni di persone diversamente abili che attualmente vivono nella Ue e che, a causa dell’invecchiamento della popolazione, si prevede possano arrivare a 120 milioni entro il 2020.
La bozza dell’AEA prevede i requisiti per rendere più accessibili una serie di prodotti e servizi: distributori automatici di biglietti e check-in; bancomat; PC e sistemi operativi; telefoni e televisori; servizi bancari per i consumatori; e-book; trasporto, compresi i trasporti pubblici urbani quali metropolitana, ferrovia, tram, filobus e autobus e i servizi connessi; e-commerce.
I requisiti sull’accessibilità dovrebbero inoltre applicarsi anche ai luoghi pubblici dove un servizio è offerto (il cosiddetto “ambiente costruito”), quali ad esempio le stazioni ferroviarie, qualora le normative nazionali non prevedessero già tale obbligo e solo in caso di rinnovo o costruzione ex novo.
Le micro imprese (con meno di 10 dipendenti e il cui fatturato annuo e/o il bilancio annuale non superi i 2 milioni di euro) saranno esentate dall’adeguamento ai requisiti obbligatori, a causa delle loro dimensioni, risorse e natura.
Il progetto di legge include anche alcune clausole di salvaguardia per garantire che i requisiti dell’AEA non creino un “onere sproporzionato”. Tuttavia, i deputati sottolineano che la “mancanza di priorità, di tempo o di conoscenze” non può essere considerata un motivo legittimo per sostenere che un onere è sproporzionato.
Giornale UICI del 13-09-2017
Vincenzo Zoccano eletto presidente del Fid Forum Italiano della Disabilità
Vincenzo Zoccano è stato eletto, con voto unanime, Presidente Nazionale del FID, Forum italiano sulla Disabilità. Sulla nomina di Zoccano, componente della Direzione Nazionale dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti e membro dell’esecutivo della FAND, la Federazione delle Associazioni Nazionali Disabili, l’altra grande federazione per il superamento dell’Handicap la FISH, e tutte le maggiori Associazioni del territorio nazionale, si sono trovate concordi e hanno fatto convergere il loro voto. Il Fid, costituito nel 2008, comprende le organizzazioni e federazioni rappresentative delle Persone con Disabilità e delle famiglie, che si battono per la tutela dei diritti di chi vive in condizione di disabilità. Importantissimo il ruolo di questo forum a livello non soltanto nazionale ma anche internazionale: infatti, sulla base del perseguimento dei principi sanciti dalla Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata in Italia con la Legge
18 del 2009 e dall’Unione Europea nel 2010, il FID effettua proposte anche di tipo normativo, in relazione alle politiche europee ed internazionali sulla Disabilità, indica le linee operative nazionali presso le maggiori Istituzioni Europee ed internazionali e prende parte ai lavori del Forum Europeo della Disabilità, l’ European Disability Forum. L’elezione di Vincenzo Zoccano, avviene in un contesto particolarmente importante, in quanto giovedì 14 settembre, il Parlamento Europeo in seduta plenaria, discuterà e voterà gli emendamenti in merito alla Legge sull’Accessibilità, Accessibility Act.
“Un passo fondamentale nel riconoscimento dei Diritti di tutti , non soltanto delle Persone con Disabilità – ha sottolineato il neo Presidente – ringrazio tutti coloro i quali mi hanno dato fiducia; ringrazio il Presidente uscente Franco Bettoni e il Presidente Nazionale UICI Mario Barbuto. Tanto lavoro è già stato fatto ma ancora moltissimo impegno e sforzo devono essere profusi perché tutte le barriere, non soltanto fisiche ma anche mentali, vengano abbattute. Ci aspetta un lungo cammino- conclude Zoccano, Presidente della Consulta delle Associazioni di Persone Disabili e delle loro famiglie del Friuli Venezia Giulia – ma grazie ad una splendida squadra, sarà possibile conseguire ottimi risultati.
Dobbiamo mantenere e rafforzare i contatti con il Forum Europeo, L’unione Europea e le Nazioni Unite per costruire una nuova cultura della disabilità.”
—Vincenzo Zoccano
Il Sole 24 Ore del 11-09-2017
Studenti disabili: stop ai cambi “in corsa” dei docenti di sostegno
Uno degli otto decreti legislativi emanati in attuazione delle deleghe della “buona scuola” (legge 107/2015) riguarda la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità (Dlgs 66/2017, in vigore dallo scorso 31 maggio). La riforma, giunta 25 anni dopo la legge quadro 104/1992, avrà senza dubbio l’effetto di porre il tema dell’inclusione dei disabili in cima alle tante problematiche che ogni scuola deve affrontare: si prevedono quindi effetti positivi, perché le nuove disposizioni puntano a migliorare un’offerta formativa inclusiva, eliminando criticità e prassi discutibili.
Osservatorio e gruppo di lavoro.
Il decreto prevede dal 1° settembre l’istituzione (a livello nazionale) di un Osservatorio scolastico permanente e (a livello regionale) di un Gruppo di lavoro interistituzionale, presieduto dal dirigente regionale, con rappresentanti della Regione, degli enti locali e delle associazioni delle persone con disabilità. Un analogo gruppo di lavoro si deve formare in ciascuna istituzione scolastica, con funzioni di supporto al collegio docenti nella definizione e realizzazione del piano per l’inclusione, e ai docenti contitolari e ai consigli di classe nell’attuazione dei piani educativi individuali. Si tratta di una sorta di “parlamentino” presieduto dal dirigente scolastico, con la presenza di docenti curricolari e di sostegno, di personale ausiliario coinvolto nell’assistenza di base ai disabili, nonché degli specialisti dell’Asl; e con la consulenza degli studenti (nelle scuole superiori), dei genitori e delle associazioni rappresentative dei disabili. Il gruppo di lavoro potrà essere utile per offrire linee guida ai docenti e quale “camera di compensazione” nell’ipotesi di situazioni critiche.
Docenti di sostegno.
Circa l’assegnazione dei docenti di sostegno e la loro continuità sullo studente, l’articolo 14 del Dlgs 66/17 prevede due importanti novità.
– Supplenze.In sede di conferimento delle supplenze, il dirigente – nell’interesse dell’alunno, anche su eventuale richiesta della famiglia – può proporre ai docenti assunti a tempo determinato un ulteriore contratto a termine nell’anno scolastico successivo. La disposizione dovrà essere attuata con un decreto del Miur (che si spera arrivi in tempo utile per l’applicazione fin da quest’anno scolastico).
– Didattica. La continuità del progetto educativo e didattico è poi assicurata, nel corso dell’anno, “rispolverando” una vecchia previsione, finora applicata solo ai docenti di ruolo. Si tratta dell’articolo 461 nel Testo unico in materia di istruzione (Dlgs 297/94), secondo cui: «Non si dà luogo a spostamenti di personale dopo il ventesimo giorno dall’inizio dell’anno scolastico, anche se riguardano movimenti limitati all’anno scolastico medesimo e anche se concernenti personale delle dotazioni organiche aggiuntive. I provvedimenti che comportino movimenti di personale già in attività di insegnamento, adottati dopo il ventesimo giorno dall’inizio dell’anno scolastico, salvi gli effetti giuridici, sono eseguiti, per quanto riguarda il raggiungimento della nuova sede, dopo l’inizio dell’anno scolastico successivo».
La norma vuole dunque garantire che, dopo un breve periodo iniziale, non si possano più spostare i docenti a tempo determinato (sicuramente quelli di sostegno), anche se assunti con la clausola «fino a nomina dell’avente diritto». Clausola che viene apposta quando – come nell’attuale anno scolastico – al momento dell’assunzione dei supplenti non è ancora disponibile la definitiva graduatoria di istituto che, una volta emanata, impone di rifare le assunzioni in base alle nuove posizioni. La norma è immediatamente applicabile e garantirà pertanto che non si verifichino cambiamenti di insegnanti di sostegno nei primi mesi dell’anno.
Cattedre «miste» e assistenza.
Lo stesso articolo 14 prevede inoltre che «per valorizzare le competenze professionali e garantire la piena attuazione del Piano annuale di inclusione, il dirigente scolastico propone ai docenti dell’organico dell’autonomia di svolgere anche attività di sostegno didattico, purché in possesso della specializzazione». Si dispone in sostanza che, per assicurare una scuola pienamente inclusiva, ai docenti specializzati possano essere proposte e assegnate cattedre “miste”, cioè in parte sul sostegno e in parte sulla disciplina curricolare.
Mentre la cosidddetta “assistenza di base” rientra nel profilo professionale dei collaboratori scolastici, i quali – in base al Ccnl – svolgono anche le seguenti mansioni: «ausilio materiale agli alunni portatori di H. nell’accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche, all’interno e nell’uscita da esse», nonché «uso dei servizi igienici e cura dell’igiene personale».
Il piano educativo.
La riforma dispone anche che il piano educativo individualizzato (Pei) sia elaborato e approvato dal consiglio di classe, «con la partecipazione dei genitori e delle figure professionali specifiche interne ed esterne all’istituzione scolastica che interagiscono con la classe». Sarà quindi chiamato a partecipare anche il personale ausiliario che svolge l’assistenza di base al disabile. L’articolo 1 del Dlgs 66/17 stabilisce infatti che l’inclusione «è impegno fondamentale di tutte le componenti della comunità scolastica le quali, nell’ambito degli specifici ruoli e responsabilità, concorrono ad assicurare il successo formativo». E afferma che il decreto «promuove la partecipazione della famiglia», così richiamando il principio di “accomodamento ragionevole” contenuto nella Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili, ratificata con la legge 18/2009. Tale principio impone alla scuola – ove ci sia bisogno – le modifiche e gli adattamenti necessari e appropriati (che non implichino un carico sproporzionato) per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio, su base egualitaria, di tutti i diritti umani e le libertà fondamentali.
***
Ho iscritto mio figlio, certificato disabile grave con diritto al sostegno, in una classe prima di un istituto professionale. La segreteria didattica non ha saputo finora darmi informazioni certe su quante ore di sostegno verranno assegnate a mio figlio, chi lo accompagnerà in bagno (non essendo autonomo), chi lo aiuterà negli spostamenti all’interno della scuola. Temo inoltre che, almeno fino a dicembre, possa verificarsi una serie di cambi degli insegnanti di sostegno, come lo scorso anno, con l’effetto di disorientare ulteriormente mio figlio, già alle prese con la nuova scuola. Ho sentito dire che la “Buona scuola” ha introdotto alcune modifiche per l’integrazione dei disabili a scuola. È vero? Di che si tratta? E ciò può avere ricadute positive nel mio caso?
C.F. – Catania
a cura di Nicola Da Settimo e Andrea Marchetti
Superando.it del 16-09-2017
La sola continuità sempre garantita è quella della burocrazia
di Flavio Fogarolo
«La Legge sulla “Buona Scuola” – scrive Flavio Fogarolo – aveva tra i suoi obiettivi nientemeno che “la revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico, al fine di garantire la continuità del diritto allo studio degli alunni con disabilità”. Nulla di tutto questo, però, si trova nel relativo Decreto Legislativo sull’inclusione, approvato quattro mesi fa, e anche quella parte di esso che avrebbe potuto portare a una maggiore continuità rispetto agli insegnanti precari, è tuttora bloccata dalla mancata emanazione del necessario Decreto Ministeriale».
Aveva creato molte aspettative nelle famiglie l’articolo 14 del recente Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione, che consentiva ai Dirigenti Scolastici di confermare per un altro anno sullo stesso posto gli insegnanti di sostegno a tempo determinato, qualora questa scelta fossa stata ritenuta «nell’interesse dell’alunno».
In alcune Regioni, infatti, oltre la metà degli insegnanti di sostegno sono non specializzati e assunti quindi per forza con contratto annuale. Ne consegue che le famiglie si trovano ad avere a che fare ogni anno con persone diverse, con enormi problemi, soprattutto quando la disabilità richiede specifiche competenze, che in qualche modo, con formazione e supporto, possono anche essere acquisite mentre si opera, ma è chiaro che tutto viene vanificato se ogni anno si deve ricominciare da capo.
Il nuovo Decreto consentiva finalmente di superare il problema, con una soluzione semplice e a costo zero: se un insegnante ha lavorato bene, e tutti sono soddisfatti, se il posto è rimasto libero e non c’è nessuno specializzato che chiede di occuparlo, già il primo giorno di lezione la scuola gli telefona e gli propone un nuovo contratto annuale. Inoltre il Decreto 66/17 è già pienamente in vigore e l’articolo 14 non è tra quelli che hanno una decorrenza posticipata.
Tutto bene, quindi? Almeno in questi casi la continuità è finalmente garantita? Troppo bello. E troppo semplice.
Accade infatti che – anche se non vincolato da decorrenze particolari – l’articolo 14, comma 3 del Decreto 66/17 preveda un certo codicillo: «Le modalità attuative del presente comma sono definite con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, anche apportando le necessarie modificazioni al regolamento di cui al decreto del Ministro della pubblica istruzione 13 giugno 2007, n. 131».
Ebbene, dopo quattro mesi dall’approvazione e dalla relativa pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, di questo Decreto Ministeriale non vi è ancora traccia e quindi tutto è bloccato. I Dirigenti Scolastici non hanno avuto alcuna indicazione ufficiale e ai genitori che arrivano con la richiesta di continuità non sanno che rispondere. Sanno però benissimo cosa fare: continuare come prima, seguendo le “sacre graduatorie” che mandano le persone da una parte all’altra in base a mezzo punto in più o in meno, infischiandosene dei bisogni degli alunni.
Alcuni sindacati si sono già mobilitati in tal senso con lettere di diffida ai Dirigenti Scolastici: «Non sognatevi di nominare sui posti di sostegno ignorando le graduatorie, il Decreto 66/17 non vale niente, finché non cambia il regolamento sulle supplenze»!
Nel frattempo gli insegnanti che dovrebbero avere la riconferma scelgono un posto in un’altra scuola, se viene loro offerto, e quindi di fatto la possibilità di tornare con lo stesso alunno è già svanita.
Facciamo un passo indietro. Il Decreto 66/17 sull’inclusione era previsto dalla Legge 107/15 (la famosa Buona Scuola), la quale aveva tra i suoi obiettivi nientemeno che «la revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico, al fine di garantire la continuità del diritto allo studio degli alunni con disabilità, in modo da rendere possibile allo studente di fruire dello stesso insegnante di sostegno per l’intero ordine o grado di istruzione» (articolo 1, comma 181/c/2).
Nulla di questo, però, si trova nel Decreto 66/17 approvato lo scorso maggio: per gli insegnanti a tempo indeterminato non cambia niente, né riguardo i vincoli di permanenza nel sostegno, né per l’ordinaria mobilità. Ma in compenso si interviene sul personale precario, offrendo qualche spiraglio di continuità con il citato comma 3 dell’articolo 14. Come è possibile che adesso neppure questo venga reso effettivamente praticabile? Perché nessuno si muove a difendere i diritti degli alunni con disabilità e delle loro famiglie?
C’è anche il comma 4 dello stesso articolo 14 che dovrebbe ridurre il frequente carosello degli insegnanti durante l’anno scolastico: «Al fine di garantire la continuità didattica durante l’anno scolastico, si applica l’articolo 461 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297». Testo criptico, come si conviene a un Decreto Legislativo che si rispetti, per cui serve un richiamo al Decreto citato, che all’articolo 461 dice: «Non si dà luogo a spostamenti di personale dopo il ventesimo giorno dall’inizio dell’anno scolastico, anche se riguardano movimenti limitati all’anno scolastico medesimo e anche se concernenti personale delle dotazioni organiche aggiuntive».
Questa norma, quindi, dovrebbe porre fine alla farsa delle nomine «fino ad aventi diritto», fatte su graduatorie provvisorie, con nuove assunzioni a novembre-dicembre, quando escono quelle definitive. E genitori che danno in escandescenza, ovviamente. Ma se è una norma in vigore dal 1994, perché non è stata rispettata finora? Quali altre resistenze dovremo aspettarci in nome della “sacralità delle graduatorie”?
di Flavio Fogarolo, Formatore.
Superando.it del 07-09-2017
I Crediti Formativi, l’inclusione e il lavoro delle Associazioni
«Guardando al recente Decreto Ministeriale riguardante i Crediti Formativi Universitari o Accademici – scrive Marco Condidorio, coordinatore della Commissione Nazionale per l’Istruzione e la Formazione dell’UICI – si può dire che le regole per l’abilitazione alla professione docente siano l’espressione anche del lavoro svolto dalle Associazioni maggiormente rappresentative, in favore dell’inclusione scolastica, intesa come successo formativo, didattico ed educativo delle studentesse e degli studenti in situazione di disabilità».
Il 10 agosto scorso la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha siglato il Decreto Ministeriale n. 616, col quale sono state stabilite le modalità di acquisizione dei Crediti Formativi Universitari o Accademici (CFU/CFA) necessari alle laureate e ai laureati non abilitati all’insegnamento, per poter partecipare al primo Concorso FIT (Formazione Iniziale e Tirocinio), che sarà bandito per l’anno 2018 in relazione a quanto previsto dall’articolo 5 del Decreto Legislativo 59/17 (Riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria per renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera b), della legge 13 luglio 2015, n. 107), attuativo della Legge 107/15 (cosiddetta La Buona Scuola).
Da oggi si può dunque dire che le regole per l’abilitazione alla professione docente siano l’espressione anche del lavoro svolto dalle Associazioni maggiormente rappresentative, in favore dell’inclusione scolastica, intesa come successo formativo, didattico ed educativo delle studentesse e degli studenti in situazione di disabilità.
In tal senso, ad esempio, emerge il lavoro significativo dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), la quale ha chiesto e ottenuto che i futuri insegnanti, sia curriculari che per il sostegno, siano persone professionalmente preparate e maggiormente sensibili ai temi della didattica e della pedagogia.
Il citato Decreto Ministeriale prevede infatti che le future candidate e candidati alla professione debbano avere acquisito nel proprio curriculum di studi 24 Crediti Formativi Universitari o Accademici (ottenuti in forma curricolare, aggiuntiva o extracurricolare), nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle materie didattiche.
Il provvedimento firmato da Fedeli fornisce elementi utili per verificare come e dove integrare, se necessario, i propri Crediti Formativi Universitari, con indicazioni anche per quanto concerne i costi che il candidato deve sostenere: di fatto, gli stessi sono stati calmierati grazie al Decreto e in accordo con Università e Istituzioni AFAM [Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica, N.d.R.]; infatti, chi è nella fase di conseguimento del diploma di laurea potrà effettuare gli eventuali esami aggiuntivi gratuitamente, misura, questa, volta a favorire le giovani e i giovani che desiderino scegliere l’insegnamento quale professione lavorativa futura.
Chi poi è già in possesso della laurea magistrale e necessita dell’integrazione degli esami, potrà farlo pagando al massimo 500 euro, che saranno ridotti in proporzione al reddito e al numero di Crediti da conseguire.
I Crediti stessi potranno essere acquisiti esclusivamente presso enti interni al sistema universitario o dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica e si potranno acquisire per modalità telematica fino un massimo di 12. Potranno inoltre essere riconosciuti anche i Crediti conseguiti nell’ambito di Master, Dottorati di Ricerca o Scuole di Specializzazione.
Sempre il Decreto Ministeriale del 10 agosto indica i settori scientifico-disciplinari che consentono l’acquisizione dei Crediti, quali obiettivi formativi che debbano acquisire le studentesse e gli studenti universitari e accademici affinché i relativi esami siano considerati validi per l’ottenimento dei Crediti stessi (si vedano nel box in calce gli àmbiti disciplinari riguardanti i 24 Crediti Formativi Universitari o Accademici, cui corrispondono i relativi settori scientifico ed artistico disciplinari).
Da segnalare infine che in fase di prima attuazione delle novità introdotte, per favorire le studentesse e gli studenti in questo periodo transitorio, il numero degli esami “riconoscibili” per i 24 Crediti Formativi Universitari o Accademici presso i diversi settori scientifico-disciplinari è stato ampliato.
L’UICI è molto attenta a questo “particolare segmento” del processo attuativo dei Decreti attuativi della Legge 107/15: infatti, allo studio della riunione della nostra Commissione Nazionale per l’Istruzione e la Formazione, vi è proprio il calendario degli argomenti afferenti il Decreto Ministeriale n. 616, nonché le deleghe concernenti il Decreto 66/17 sull’inclusione, di prossima discussione al Tavolo dell’Osservatorio Permanete per l’Inclusione Scolastica, che proprio nei giorni scorsi è stato istituito anch’esso per Decreto Ministeriale.
di Marco Condidorio,
Coordinatore della Commissione Nazionale per l’Istruzione e la Formazione dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti).
Questi gli àmbiti disciplinari riguardanti i 24 Crediti Formativi Universitari o Accademici (CFU/CFA), cui corrispondono i relativi settori scientifico ed artistico disciplinari (il tutto fissato dal Decreto Ministeriale n. 616 del 10 agosto 2017):
- a) PEDAGOGIA, PEDAGOGIA SPECIALE E DIDATTICA PER L’INCLUSIONE:
– Settore M-PED
° M-PED/1 Pedagogia Generale e Sociale;
° M-PED/2 Storia della Pedagogia;
° M-PED/3 Didattica e Pedagogia Speciale;
° M-PED/4 Pedagogia Sperimentale.
– Settore CODD/04 Pedagogia Musicale per la Didattica per la Musica;
– Settore ABST/59 Pedagogia e Didattica dell’Arte;
– Settore ADPP/01 Psicologia e Pedagogia dell’Arte.
Inoltre a completamento, solo se certificata la declinazione in termini di Pedagogia, Pedagogia Speciale e Didattica dell’Inclusione:
– ISME/01 Metodologia della Progettazione;
– ISME/02 Basic Design;
– ISDC/01 Scienze della Comunicazione;
– ISDC/05 Design della Comunicazione.
Il secondo settore riguarda:
- b) PSICOLOGIA
– Settore M-PSI
° M-PSI/01 Psicologia Generale;
° M-PSI/02 Psicobiologia e Psicologia Fisiologica;
° M-PSI/03 Psicometria;
° M-PSI/04 Psicologia dello Sviluppo;
° M-PSI/05 Psicologia Sociale;
° M-PSI/06 Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni;
° M-PSI/07 Psicologia Dinamica.
– Settore CODD/04 Pedagogia Musicale per la Didattica della Musica;
– Settore ABST/58 Teoria della Percezione e Psicologia della Forma;
– Settore ISSU/03 Psicologia per il Design e la Comunicazione;
– Settore ISME/03 Scienze e Linguaggi della Percezione;
– Settore ISDC/01 Scienze della Comunicazione.
In ulteriore aggiunta, solo se certificata la declinazione in termini di Psicologia:
– ADPP/01 Psicologia e Pedagogia dell’Arte;
Il terzo settore riguarda:
- c) ANTROPOLOGIA
° M-DEA/01 Discipline Demoetnoantropologiche;
° M-FIL/03 Filosofia Morale;
° ABST/55 Antropologia Culturale.
E ancora, solo se certificata la declinazione in termini di Antropologia:
– L-ART/08 Etnomusicologia;
– CODD/06 Storia della Musica per la Didattica della Musica;
– ISSU/01 Sociologia e Antropologia del Design;
– ISSU/02 Sociologia e Antropologia della Comunicazione;
– ADEA/01 Antropologia della Danza;
– ADEA/03 Repertori Etnocoreutici;
– ADEA/04 Sociologia della Danza.
Il quarto e ultimo settore riguarda:
- d) METODOLOGIE E TECNOLOGIE DIDATTICHE
° M-PED/03 Didattica e Pedagogia Speciale;
° M-PED/04 Pedagogia Sperimentale.
In base alla classe di concorso valgono anche se conseguiti per i seguenti settori:
° MAT/04 Matematiche Complementari;
° FIS/08 Didattica e Storia della Fisica;
° L-LIN/02 Didattica delle Lingue Moderne;
° M-EDF/01 Metodi e Didattiche delle Attività Motorie;
° M-EDF/02 Metodi e Didattiche delle Attività Sportive;
° CODD/04 Pedagogia Musicale per la Didattica della Musica;
° ABST/59 Pedagogia e Didattica dell’Arte;
° ADES/01 Educativo della Danza.
Disabili.com del 01-09-2017
Come si diventa insegnanti di sostegno? Tutte le novitÀ
Quale sarà l’iter per diventare insegnanti di sostegno dopo l’approvazione delle deleghe della L. 107/15?
Il percorso formativo per ottenere la specializzazione per il sostegno didattico ad alunni con disabilità è molto articolato. Attualmente si sta svolgendo il III ciclo di specializzazione previsto dalla normativa vigente al momento della loro attivazione. Importanti novità, però, sono state introdotte dai decreti legislativi della buona scuola e comporteranno dei significativi cambiamenti. Vediamo le principali differenze con il percorso precedente.
IL PERCORSO ATTUALE.
Il corso di specializzazione che si sta svolgendo attualmente nelle università è riservato a docenti di ogni ordine e grado in possesso di abilitazione all’insegnamento, che abbiano superato alcune prove preliminari di ingresso. Negli ultimi anni, i docenti hanno potuto conseguire l’abilitazione al termine dei percorsi formativi a numero programmato previsti dal DM 249/10, vale a dire laurea quinquennale in Scienze della Formazione Primaria, comprensiva di tirocinio per la Scuola dell’Infanzia e Primaria e laurea magistrale seguita da un anno di Tirocinio Formativo Attivo (TFA) per le Scuole Secondarie. Naturalmente, alle prove preliminari di ingresso hanno potuto accedere anche i docenti in possesso di abilitazione conseguita tramite i percorsi precedenti a quelli previsti dal DM 249/10.
I criteri per l’attivazione dei corsi sono stati indicati nel dettaglio dal D.M. del 30/09/11 e, a partire dal 2013, sono stati attivati tre cicli di specializzazione, l’ultimo dei quali è ancora in corso e si concluderà nel 2018.
IL PERCORSO FUTURO.
Nei mesi scorsi, le deleghe al governo contenute nella L. 107/15 sono diventate legge con l’approvazione di diversi decreti legislativi. Questi ultimi introducono molteplici ed importanti cambiamenti, anche nella formazione iniziale dei docenti di sostegno. Il percorso formativo dei docenti di sostegno per la Scuola dell’Infanzia e Primaria è contenuto nel D. Lgs. n. 66/17, che prevede un corso universitario annuale con l’acquisizione di 60 crediti formativi, comprensivi di almeno 300 ore di tirocinio. Viene confermato il numero programmato e una prova d’ingresso. La novità importante riguarda il titolo di accesso al percorso, che sarà riservato esclusivamente gli aspiranti in possesso della laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria. Non potranno più accedere, dunque, i maestri in possesso di abilitazione conseguita con Diploma Magistrale. Resta però confermato il modello della specializzazione, cioè di un percorso formativo ulteriore per docenti già in possesso dei titoli richiesti ai maestri. Più complicata, invece, appare la situazione per le scuole secondarie, poichè il D. Lgs n. 59/17 prevede concorsi separati per docenti curricolari e di sostegno. Non solo, dopo il superamento del concorso è previsto un percorso molto articolato, suddiviso in tre anni e distinto tra docenti curricolari e di sostegno. La logica sottesa, in questo caso, non è più quella della specializzazione dopo aver acquisito i titoli per accedere al ruolo di docenti curricolari, ma quella della formazione parallela. Ci sembra che ciò introduca, di fatto, la separazione delle carriere e con essa, temiamo, l’istituzionalizzazione della delega al docente per il sostegno, non più specializzato ma di sostegno.
Il Farmacistaonline.it del 06-09-2017
Strumenti a fiato. Rischio glaucoma per chi li suona
Un nuovo studio condotto nei Paesi Bassi conferma un’evidenza già emersa in altri lavori: coloro che suonano strumenti a fiato sono soggetti a sbalzi della pressione intraoculare e, conseguente, vedono aumentare il rischio di glaucoma. Durante un’esecuzione l’ aumento medio della pressione è in media di 2,5 mmHg.
I musicisti che suonano strumenti a fiato, specie quelli ad alta resistenza all’aria, vanno incontro ad aumenti significativi della pressione intraoculare, con relativo aumento del rischio di glaucoma e riduzione del campo visivo. L’evidenza emerge da uno studio condotto nei Paesi Bassi. “La pressione intraoculare (IOP) è un fattore chiave del rischio per glaucoma e già alcuni studi hanno evidenziato incrementi pressori dell’occhio proprio tra chi suona strumenti a fiato”, spiegano gli autori della ricerca sulle pagine del Journal of Glaucoma, guidati da Ronald de Cron del Maastricht University Medical Center.
Lo studio.
Nel nuovo studio i ricercatori hanno misurato la IOP in 11 musicisti professionisti e 31 dilettanti (dei quali 9 con glaucoma), prima e dopo aver suonato lo strumento a fiato per 20 minuti. La pressione intraoculare dei professionisti risultava aumentata da 13,6 mmHg prima di suonare a 15,1 mmHg dopo l’esecuzione. L’aumento medio è stato di 2,5 mmHg nei professionisti e di 1,1 mmHg nei dilettanti. I musicisti con glaucoma avevano un aumento lievemente maggiore, ma non significativo, rispetto a quelli senza glaucoma (1,6 contro 1,4 mmHg) . Sei di questi musicisti sono stati sottoposti a monitoraggio della IOP 24 ore su 24 utilizzando il triggerfish in un occhio; quattro di essi hanno mostrato aumenti della IOP dopo 20 minuti di esecuzione. Nel corso del monitoraggio cinque di essi hanno mostrato fluttuazioni della IOP durante altre attività quotidiane, tra cui il ciclismo, la passaggiata, la guida, lavarsi, vestirsi o fare colazione. E queste modifiche pressorie talvolta erano maggiori di quelle misurate dopo aver suonato. Un partecipante allo studio, che aveva il glaucoma ad apertura primaria, è stato sottoposto a monitoraggio h24 in entrambi gli occhi e presentava una perdita del campo visivo leggermente progressiva nell’occhio destro dopo trabeculectomia, mentre l’occhio sinistro era stabile dopo l’intervento. In questo soggetto, dopo aver suonato la IOP era aumentata di 4 mmHg nell’occhio destro ma restava stabile nel sinistro. “Questo è un esempio in cui la misurazione della IOP dopo o durante aver suonato uno strumento a fiato ha un significato clinico, perché è stata una possibile causa di glaucoma lievemente progressiovo in questo paziente”, commenta Ronald de Crom.
Conclusioni.
“Nei musicisti senza glaucoma gli aumenti osservati della IOP non sono probabilmente dannosi”, spiega il ricercatore. Tuttavia l’aumento osservato nei musicisti con glaucoma potrebbe influenzare il loro rischio di progressione dei problemi del campo visivo. “Nei casi di glaucoma avanzato o in quelli con glaucoma progressivo, bisogna prestare attenzione ai nostri consigli se si vuole continuare a suonare uno strumento a fiato, fin quando non avremo maggiori prove – ha sottolineato de Crom – adesso stiamo valutando le possibilità su come ottenere maggiori informazioni sull’effetto patofisiologico della musica a fiato sulla pressione intraoculare”.
di Anne Harding
Fonte: Journal of Glaucoma
Superando.it del 13-09-2017
Consulenza genetica, a Firenze, per le patologie retiniche ereditarie
«Questa è un’importante possibilità per tutti quei pazienti che si trovano nella situazione di non conoscere quale mutazione sia all’origine della propria patologia, oppure per chi, pur in possesso di un test genetico, non sia in grado di comprendere le relative conseguenze»: così Assia Andrao, presidente di Retina Italia, commenta l’avvio di un ambulatorio di consulenza genetica per patologie retiniche ereditarie, presso la Struttura Organizzativa Dipartimentale di Diagnostica Genetica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze
FIRENZE. È stato avviato in questi giorni, presso la Struttura Organizzativa Dipartimentale (SOD) di Diagnostica Genetica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze, un ambulatorio di consulenza genetica per patologie retiniche ereditarie, che verrà aperto settimanalmente agli utenti (ogni giovedì) e sarà attivo insieme alle attività già in corso, quali la consegna dei referti ai pazienti inviati dalla Clinica Oculistica del Careggi stesso e le prime visite.
Da segnalare che verranno inseriti in questo nuovo spazio anche i pazienti che abbiano bisogno di effettuare una prima indagine genetica e che verranno fornite consulenze anche a chi sia già in possesso di un test eseguito altrove.
«Riteniamo che questo sia un notevole passo avanti – commenta Assia Andrao, presidente di Retina Italia (Associazione Nazionale per la Lotta alle Distrofie Retiniche) – e un’importante possibilità per tutti quei pazienti che si trovano nella situazione di non conoscere quale mutazione sia all’origine della propria patologia, oppure per chi, pur in possesso di un test genetico, non sia in grado di comprendere le relative conseguenze». (S.B.)
Per ulteriori informazioni o approfondimenti: peloe@aou-careggi.toscana.it, settoscana@retinaitalia.org (Sede Territoriale Toscana di Retina Italia), segreteria@retinaitalia.org (Segreteria Nazionale di Retina Italia).
intoscana.it del 20-09-2017
Stanislao Rizzo: a Firenze l’autore del primo trapianto di retina artificiale al mondo
Nell’Ospedale di Careggi si eseguono interventi con la protesi retinica ‘Argus’ che si basa su una tecnologia all’avanguardia ed è un’eccellenza assoluta a livello internazionale
Il Professor Stanislao Rizzo Primario del Dipartimento di Oculistica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, di recente insignito dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica, è stato il primo dottore nel mondo a fare un impianto di retina artificiale per curare la retinite pigmentosa, malattia rara e degenerativa che porta i pazienti alla totale cecità. Il professore si è trasferito da Pisa a Careggi due anni e mezzo fa e a Firenze ha portato la protesi retinica Argus II che si basa sulla tecnologia Second Sight, un’eccellenza assoluta nel campo della chirurgia oftalmica per la Regione Toscana.
Lei è stato il primo dottore a fare impianti di “retina artificiale”, in cosa consiste questo intervento?
“Retina artificiale” è un termine tecnicamente non corretto, è una protesi che si impianta sulla retina e sostituisce alcune funzioni, alcune cellule retiniche. In particolare sostituisce i recettori cioè le cellule che sono deputate nella retina ad acquisire le immagini e trasformarle in stimolo elettrico, quindi la protesi retinica o “retina artificiale” non fa altro che assorbire le immagini cioè gli stimoli luminosi e trasformarli in un impulso elettrico che poi attraverso il nervo ottico vanno nella corteccia visiva. Siamo stati i primi a Pisa nel 2011 a impiantare questo sistema che era stato presentato negli Stati Uniti un po’ di tempo prima, il così detto “trial pilota”. Ma i primi a provarlo siamo stati noi a Pisa. L’impianto è un sistema molto complesso perché consta di una parte esterna, una sorta di telecamera che acquisisce le immagini e le elabora con un microcomputer, che può stabilire il chiarore, lo zoom, la definizione. Questo computer trasmette in maniera wirless cioè senza fili le informazioni a degli elettrodi posti sulla retina. È un sistema molto complesso dal punto di vista della tecnologia e allo stesso tempo semplice. Semplice perché non è altro che un sistema che trasferisce informazioni al nervo ottico.
Quante operazioni di questo tipo avete fatto?
In Toscana abbiamo fatto in tutto 33 impianti, di cui 16 a Careggi, facciamo circa 10 impianti all’anno. La selezione del paziente è molto severa, la retinite pigmentosa non è una patologia per fortuna molto comune, è rara, l’incidenza è un caso su 4000, è una patologia trasferibile geneticamente che porta a una cecità completa nel giro di qualche anno. Noi operiamo pazienti che sono allo stato più avanzato della malattia, pazienti che sono ormai non vedenti da ambedue gli occhi. Perché ad oggi la definizione dell’impianto non è eccezionale, noi possiamo dare al paziente operato la possibilità di verde un oggetto, un ostacolo, la forma dei propri cari, muoversi meglio nell’ambiente. Questo per un paziente che è al buio è un grandissimo risultato, ma per un paziente che vede ancora qualcosa, il così detto ipovedente la definizione che noi diamo è ancora bassa. Se lei pensa all’evoluzione tecnologica che c’è per qualsiasi computer può immaginare che tra qualche anno arriveremo a sistemi ancora più complessi che potranno dare una definizione maggiore. Il limite è che qualunque tipo di dispositivo impiantiamo nel nostro corpo deve superare alcune prove di sicurezza e prove cliniche che sono molto lunghe e richiedono sempre più tempo. Faccia conto che impiantare un sistema che ha elettrodi naturalmente deve passare attraverso anni e anni di test, di sicurezza prima e poi di efficacia dopo che dimostrino che è sicuro ed efficace per il paziente. Per questo mentre l telefonino può essere cambiato tutti i mesi, un farmaco o un dispositivo medico ha bisogno di molti anni prima che sia possibile utilizzarlo.
Quali sono le patologie che curate a Careggi e quanti pazienti avete?
Abbiamo un volume di pazienti enorme, curiamo 12 mila pazienti l’anno da tutta Italia, ma anche da tutta Europa. Per l’Argus abbiamo continue richieste da tutto il mondo. Firenze è un centro dal punto di vista turistico molto frequentato quindi nel pronto soccorso per l’emergenza oculistica che è aperto 24 ore su 24 riceviamo pazienti da tutto il mondo. A parte le emergenze abbiamo tanti colleghi che dall’estero ci inviano pazienti. La nostra casistica sono circa 4 mila – 4 mila e 500 interventi di patologia maggiore cioè malattie della retina, della cornea o glaucomi. Abbiamo cominciato un anno fa la terapia dei tumori oculari, siamo uno dei pochi centri in Italia che usa le placche radioattive che si mettono sulla superficie oculare per distruggere i tumore oculare, in particolare il melanoma, una patologia molto grave che oggi viene curata benissimo con questo sistema. Non salviamo solo l’occhio ma conserviamo anche la visione con questo tipo di terapia. La quantità di lavoro e anche la qualità è immensa. A tutto questo si aggiunge l’attività ambulatoriale che supera le 60 mila prestazioni l’anno. Insomma è un grosso reparto, penso che da un punto di vista chirurgico siamo il reparto che fa più interventi l’anno in Italia, qui abbiamo 5 sale operatorie, tecnologia avanzatissima.
Il vostro reparto è considerato un’eccellenza in Toscana, perché?
A parte la qualità delle prestazioni che facciamo che è ad altissimo livello non solo nazionale, è da sottolineare anche la velocità con cui diamo un risposta al paziente. Noi abbiamo un pronto soccorso che in tempo reale nel giro di qualche ora risponde ad ogni tipo di emergenza. Per esempio il distacco di retina che è una classica emergenza oculistica riusciamo ad operarlo nel giro di 24 ore. Anche per la stessa cataratta, le cui liste di attesa sono un problema annoso che riguarda la Toscana e tutta l’Italia, in 90 giorni riusciamo ad eseguire l’operazione ad altissimo livello. Questo non succede spesso in un ospedale pubblico di queste dimensioni. Per questo abbiamo un grandissimo afflusso, speriamo che non si ripercuota poi nella risposta in tempi veloci. Chiaramente più gente arriva più le prestazioni aumentano. A un’elevata qualità dell’assistenza si associa anche una produzione scientifica di grande livello, abbiamo una scuola di specializzazione ambita da tutta Italia da parte degli studenti perché facciamo un’attività di formazione rinomata in tutta Italia.
Per informazioni:
http://www.aou-careggi.toscana.it/
di Costanza Baldini
Blog0 del 26-09-2017
Taxi condiviso a Torino accordo Wetaxi-UICI per la mobilitÀ dei non vedenti
Wetaxi, società che effettua il servizio di taci condiviso a Torino, ottimizza l’App per i sistemi VoiceOver e Talkback.
TORINO. Prendere un taxi, per un non vedente o un ipovedente, non è sempre semplice. Men che meno, per queste persone, è semplice prendere un taxi condiviso prenotato tramite App sullo smartphone. Qualcosa, però, si sta muovendo.
Wetaxi, società che gestisce i taxi condivisi a Torino, ha infatti lavorato insieme all’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI) per ottimizzare la propria App di prenotazione e renderla del tutto compatibile con i sistemi VoiceOver e Talkback per ciechi e ipovedenti.
VoiceOver e Talkback sono i due sistemi di lettura dello schermo pensati, rispettivamente, da Apple e Google per rendere più accessibile l’uso degli smartphone a chi ha problemi di vista.
Un normovedente non vedrà alcuna differenza nella nuova App di Wetaxi, ma gli smartphone iOS e Android sì: potranno così leggere integralmente lo schermo all’utente ipo o non vedente.
Non solo: è stata inserita la possibilità di inserire nel profilo dell’utente un’opzione per dichiarare che si è non vedenti. In questo modo il tassista sarà già avvertito del fatto che la prenotazione della corsa proviene da una persona che non può vedere arrivare il taxi. Sarà il tassista a farsi riconoscere.
Ancora: sempre nel profilo è possibile indicare se si è accompagnati da un cane guida, che dovrà salire a bordo del taxi insieme al suo padrone. Il prossimo passo sarà quello di integrare l’App con gli assistenti vocali degli smartphone, come il Siri di Apple, in modo che il non vedente possa fare totalmente a meno di usare i tasti.
“La collaborazione tra gli sviluppatori di Wetaxi e la sezione UICI ha prodotto un consistente salto di qualità per l’accessibilità dell’app – spiega il responsabile del comitato informatico di UICI Torini, Alessio Lenzi – sfruttando le tecnologie assistive di lettura dello schermo, presenti di serie negli smartphone di ultima generazione”
“I non vedenti utilizzano molto il servizio taxi e il nostro obiettivo è offrire loro un’esperienza sempre migliore per tutti: pur avendo lanciato la nostra app da pochi mesi, da subito abbiamo dato priorità alla collaborazione con UICI, perché abbiamo capito quanto potesse essere utile per i loro soci la possibilità di conoscere il prezzo massimo di una corsa taxi da prenotare e pagare tramite app”, aggiunge Massimiliano Curto, CEO di Wetaxi.
Wetaxi è una start up che, al momento, è attiva solo su Torino. Le previsioni sono quelle di lanciare il servizio di taxi condivisi prenotabili tramite App anche a Roma e Milano, tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. Poiché le ottimizzazioni dell’applicazione Wetaxi non sono collegate ad una singola città, in futuro gli ipo e non vedenti di ogni parte d’Italia dove arriverà questo servizio avranno già un sistema ottimizzato e tarato sulle loro esigenze specifiche.
di Peppe Croce
La Repubblica del 16-09-2017
Alla Reggia di Venaria l’arte È in 3D e la “vedono” anche i ciechi
Uno strumento per azzerare ogni disabilità: una copia di un’opera può essere toccata, descritta nella lingua dei segni, raccontata con audioguide Il “debutto” con il busto di Diana.
VENARIA (TO). Il Busto di Diana, simbolo della Reggia di Venaria, riprodotto in una stampa tridimensionale e restituito in tutta la sua bellezza – corredato da testi in braille e guide nella lingua dei segni – alle persone con disabilità. È il progetto “L’arte è per tutti”, presentato ieri nella residenza sabauda, realizzato dalla start up torinese New Planet 3D. A rendere l’iniziativa particolarmente innovativa è l'”Espositore For All” di cui da ieri e fino al 31 dicembre è esposto alla Reggia il prototipo.
Una struttura che con approccio tattile guidato, descrizioni in nove lingue e filmati in Lis (Lingua dei Segni Italiana) si propone di azzerare tutti i tipi di barriere e rendere fruibile qualsiasi opera d’arte o reperto storico anche a persone con disabilità visiva, uditiva, motoria e cognitiva. Rendere i musei accessibili è una delle sfide del mondo culturale del nuovo millennio. E la tecnologia lo rende possibile. A progettare l’Espositore – nel pieno rispetto delle indicazioni Onu per l’accessibilità totale – è stato un team, guidato da Dario Suppa, che ha maturato una lunga esperienza nel campo della stampa tridimensionale. Dopo un periodo di gestazione e sperimentazione, il brevetto è ora pronto ad affrontare il mercato. “Ci prepariamo a commercializzare il primo modello – spiega Suppa – Il costo base è di 6mila euro per l’hardware”.
Quello esposto a Venaria è un prototipo. Verrà in seguito realizzata una versione più agile, smontabile e trasportabile, costituita da un piano sul quale viene posizionata la riproduzione dell’opera in 3D, uno schermo a led nella parte superiore, un diffusore acustico, un monitor per filmati e sottotitoli, una plancia dei comandi. C’è anche un gradino scorrevole per i bambini. “L’esperienza tattile è emotivamente più coinvolgente”, assicurano i designer.
Questo prezioso strumento al servizio della disabilità è stato messo a punto con la collaborazione di sei associazioni e istituzioni: Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, Istituto dei Sordi, Cpd, Isitt, Torino + Cultura Accessibile e Tactile Vision Onlus. Alcuni rappresentanti di queste realtà hanno spiegato ieri, davanti alla riproduzione del Busto di Diana, quanto per i disabili musei poco illuminati o con diciture non tradotte in braille o in Lis rappresentino possibilità negate. “In futuro sarà possibile riprodurre in 3D quadri, oggetti, sculture – spiega Suppa – E rendere praticamente tutti i reperti e le opere esposti nei musei fruibili anche dalle persone con disabilità”, spiega Suppa . “È un passo importante nella direzione del welfare culturale”, sottolinea la presidente di Torino + Cultura Accessibile,
Daniela Trunfio, che ha supportato con altre associazioni il progetto “Cinemanchìo”, presentato alla recente Mostra del Cinema di Venezia. Il primo film dell’iniziativa, che si propone di rendere accessibili le proiezioni a tutti, è il biopic su Andrea Bocelli “La musica del silenzio” di Michel Radford che sarà da lunedì sugli schermi torinesi in versione “for all”. L’elenco delle sale su http://www.lamusicadelsilenzio.it.
di Clara Caroli
Blog Invisibili – Corriere della Sera del 15-09-2017
A Venezia per abbattere le barriere, ma come si rende un film accessibile?
La narrazione ci affascina, prima ancora di Omero almeno dai graffiti di Chauvet. Perché stupirsi di una persona che non vede di fronte a un film? Suoni, rumori e dialoghi invitano ad una suggestione che nutre il bisogno di narrazione. Ma demandare alla sola immaginazione ciò che è destinato ai sensi è ingiusto. Cinemanchìo allarga la prospettiva della visione filmica. Ecco di cosa si tratta.
VENEZIA. Presentato il 5 settembre durante questa 74ª edizione della Mostra d’arte cinematografica di Venezia, promette di garantire, a centinaia di migliaia di persone la partecipazione attiva e continuativa all’offerta culturale in Italia attraverso la sottotitolazione per persone sorde e ipoudenti, l’audiodescrizione per persone cieche e ipovedenti e l’adattamento ambientale delle sale cinematografiche per le persone con disabilità cognitive.
Scaturito dalla sinergia tra le associazioni Consequenze, Torino + Cultura accessibile onlus, Blindsight project onlus e Red, Cinemanchìo è partner ufficiale della Festa del cinema di Roma e del Torino film festival. Il progetto pilota, che prevede la strutturazione di percorsi accessibili in quattro città italiane, ha ottenuto il sostegno della Siae, il patrocinio del Mibact, la collaborazione dell’Uci cinemas e dell’Angsa (associazione nazionale genitori soggetti autistici). Si parte con la resa accessibile del film La musica del silenzio, sulla vita di Andrea Bocelli.
Ci racconta il meccanismo dell’accessibilità sensoriale Laura Raffaeli, fondatrice e presidente di Blindsight project, onlus per persone disabili sensoriali. Oltre ai collaboratori, segnalo Simona Zanella, vicepresidente di Blindsight project, responsabile dei cani guida dell’associazione, perché anche loro sono parte dell’accessibilità.
Questa è Laura: «Ho perso del tutto la vista e parte dell’udito nel 2002, questi i danni maggiori per un incidente di moto, a 42 anni. Non è stato facile essere catapultata da un momento all’altro nel mondo della disabilità sensoriale. Nel 2003 ho fatto addestrare il mio primo cane guida, Artù, un fedele nuovo punto di vista che mi ha dotato di maggiore autonomia fino a fondare Blindsight project, con cui dal 2006 siamo in prima linea per l’accessibilità nel cinema, teatro, spettacolo e cultura in generale. Siamo entrati volentieri in questo progetto coinvolti dalle altre associazioni: tutti insieme per essere tutti uguali almeno davanti a uno schermo, cani guida inclusi».
Laura, cosa dovrebbe spingere ad adattare le sale a un pubblico con disabilità così specifica?
«Vorrei risponderti la civiltà, l’umanità, la democrazia. Ci sono la convenzione Onu per le persone disabili e tutte le leggi italiane sul cinema e ai diritti di chi è disabile, che dovrebbero bastare per risolvere questa questione, principalmente italiana, e adeguarci al resto dell’Europa».
Come si rende un film accessibile?
«Le sale cinematografiche necessitano di abbattimento barriere nel caso di disabilità motorie, obesità e, come si sta iniziando a fare, anche per l’autismo – e in questo caso si tratterebbe più che altro di accorgimenti da seguire, più che di demolizioni o attrezzature varie. Per le disabilità sensoriali la sala può rimanere com’è, perché per noi persone cieche, sorde, ipovedenti o ipoudenti è necessario che l’opera trasmessa sia accessibile, e non la sala. Quindi si tratta di aggiungere il sottotitolo per chi non sente e l’audiodescrizione per chi non vede. Da tempo si possono avere entrambi su smartphone o tablet, mediante due app. Una è MovieReading, l’altra è Sub-ti. Grazie ad esse le persone disabili sensoriali possono fruire dell’opera a ogni suo passaggio, quindi anche in tv e dvd, e a qualsiasi ora dello spettacolo e a prescindere dalla sala. Così ci si svincola dal vecchio metodo delle cuffie e delle proiezioni in sale e orari improbabili. Senza app, inoltre, un film dovrebbe uscire in sala già dotato di audiodescrizione e sottotitolazione in lingua italiana, una tra le poche lingue ancora assenti tra le audiodescrizioni europee».
Tali adattamenti potrebbero giovare anche al pubblico più comune?
«Certo che sì! Basti pensare a tutta la fascia di persone anziane. E poi il pubblico privo di disabilità dichiarate. Può sfuggire una parola o una frase a chi sente, o un’immagine può essere spiegata meglio con l’audio anche a chi è normodotato».
La cosiddetta nuova legge del cinema e audiovisivo (legge 220/16) ha preso in considerazione le nuove istanze del pubblico con disabilità?
«C’è un po’ di confusione su questa legge, tempo fa presentammo noi di Blindsight insieme ad altre associazioni una richiesta di modifica per alcuni dettagli, depositata in Senato, proprio perché poco chiara sulla disabilità e diritti relativi. Si aspettano i decreti attuativi, non so dirti quando succederà. Noi persone disabili siamo state nominate nella legge, ma, come si legge dalle nostre richieste di modifica, bisognerebbe essere più precisi su alcuni punti».
Un’idea di massima del rapporto costi/benefici nell’investimento sul superamento delle barriere per cui state lottando?
«Pensiamo solo a quante persone potrebbero riempire le sale, cosa finora successa solo nelle sparute proiezioni accessibili realizzate. Inoltre ai festival con voto popolare, o sui social per discutere di un film, noi persone disabili sensoriali non possiamo partecipare, se non possiamo fruire di un’opera, altra discriminazione».
Qual è il lavoro più affascinante al quale hai partecipato?
«L’accessibilità per il film La grande bellezza, che facemmo noi di Blindsight Project e lo rendemmo fruibile da MovieReading. Sapere che quel film da Oscar poteva essere fruibile a tutti grazie ad una piccola onlus come la nostra è stato molto soddisfacente».
Cinemanchìo è non dover mai dire mi dispiace, Love story non lo puoi vedere.
Superando.it del 09-09-2017
Cultura per tutti: questa volta si passa ai fatti
È stato presentato a Venezia il progetto “Cinemanchìo”, frutto dell’impegno delle Associazioni Consequenze, Torino + Cultura Accessibile, Blindsight Project e Red, che punta a garantire concretamente, a centinaia di migliaia di persone con disabilità uditiva, visiva o cognitiva, la partecipazione attiva e continuativa alla visione cinematografica e in generale ai prodotti culturali. All’incontro – importante segnale – hanno partecipato anche i rappresentanti di UICI ed ENS, grandi Associazioni impegnate sulla disabilità sensoriale, che hanno garantito il proprio sostegno al progetto.
LIDO DI VENEZIA. È stato dunque presentato in una sede prestigiosa come quella della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, l’importante progetto per l’inclusione culturale denominato Cinemanchìo, come avevamo segnalato nei giorni scorsi.
Si tratta, lo ricordiamo, dell’esito di un lungo lavoro, partito da lontano, e documentato via via anche dal nostro giornale (basti leggere qui a fianco l’elenco dei più recenti contributi dedicati al tema), svolto in sinergia dalle Associazioni Consequenze, Torino + Cultura Accessibile, Blindsight Project e Red, impegnate ormai da tempo a promuovere progetti volti a rendere accessibili i prodotti culturali alle persone con disabilità sensoriali e cognitive.
«Cinemanchìo – spiega il coordinatore Stefano Pierpaoli, presidente di Consequenze – è sostanzialmente un progetto sviluppato per garantire a centinaia di migliaia di persone la partecipazione attiva e continuativa all’offerta culturale in Italia, attraverso la sottotitolazione per persone sorde e ipoudenti, l’audiodescrizione per persone cieche e ipovedenti e l’adattamento ambientale delle sale cinematografiche per le persone con disabilità cognitive, quali l’autismo. Tramite un’iniziativa concreta ed efficace, miriamo dunque a stimolare la messa a sistema di questo modello, da una parte sensibilizzando il Legislatore al perfezionamento della recente Legge sul Cinema [Legge 220/16, N.d.R.], dall’altra il mondo della produzione, della distribuzione e degli esercenti cinematografici, per realizzare in modo sistemico la resa accessibile del prodotto filmico».
La proposta di Cinemanchìo si concretizzerà pertanto in vari punti, dalla realizzazione di sottotitolaggio e audiodescrizione per almeno quaranta film a stagione all’organizzazione di proiezioni per almeno una domenica al mese tramite il sistema Friendly Autism Screening (un particolare adattamento dell’ambiente che rende possibile alle persone con autismo la visione dei film in serenità); e ancora, dalla creazione di una struttura formativa per il sottotitolaggio e l’audiodescrizione e per altre attività correlate, fino alla realizzazione di un festival tematico internazionale.
Da ultimo, ma non ultimo, l’iniziativa sarà partner ufficiale della prossima Festa del Cinema di Roma e del Torino Film Festival.
A Venezia, dunque, si è avuta la presentazione ufficiale, cui hanno partecipato – insieme ai componenti delle Associazioni coinvolte – anche un esponente del Ministero dei Beni Culturali e delle Attività Culturali e del Turismo e rappresentanti ad alto livello di due grandi Associazioni come l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e l’ENS (Ente Nazionale Sordi). «A tal proposito – sottolinea Laura Raffaeli, presidente di Blindsight Project – credo sia particolarmente importante sottolineare come Cinemanchìo abbia unito alcune grandi Associazioni, e in primis quelle che si occupano da sempre di disabilità sensoriali, come appunto l’UICI e l’ENS. Questo, infatti, mi sembra un buon traguardo affinché, dopo anni di sensibilizzazione e poche sparute occasioni di proiezioni accessibili, spesso realizzate o volute in modo quasi “pionieristico” dalla nostra Associazione, da Consequenze o da Torino + Cultura Accessibile, si passi finalmente ai fatti».
«Abbiamo imparato tutti noi italiani – prosegue Raffaeli – che anche se una legge prevede un diritto, alla fine poco cambia. Per questo, in attesa che l’Italia abbia una seria Legge sul Cinema, si muove Cinemanchìo, una proposta doverosa, vista la richiesta proveniente da chi vive una disabilità sensoriale o è affetto da autismo». «A Venezia – conclude – è stato importante che tutti gli interlocutori presenti abbiamo affermato insieme il diritto allo spettacolo e alla cultura. La nostra epoca così tecnologica, infatti, non consente più scuse, e sono convinta che, quando tutti avranno capito che l’accessibilità di un film o di una sala è solo un valore aggiunto, quello sarà il momento in cui si potrà iniziare a parlare di inclusione e integrazione anche in Italia».
Insieme a Laura Raffaeli, era presente a Venezia anche Simona Zanella, vicepresidente e responsabile nazionale del settore Cani Guida per persone con disabilità visiva di Blindsight Project. Entrambe, naturalmente, sono arrivate con il loro cane guida, per dare un ulteriore preciso segnale, ovvero per ribadire ancora una volta che questi animali devono poter entrare per legge (Legge 37/74, poi integrata e modificata dalla 376/88 e infine dalla 60/06), in tutti gli esercizi aperti al pubblico, compree le sale cinematografiche, i teatri e altri luoghi dove si tenga uno spettacolo.
L’auspicio, quindi, è che la presentazione di Cinemanchìo abbia contributo a fare abbattere quest’altra barriera, legata appunto alla presenza del cane guida al cinema.
Da segnalare, infine, che il progetto pilota – patrocinato dal Ministero dei Beni Culturali e delle Attività Culturali e del Turismo, sostenuto dalla SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) e realizzato in collaborazione con UCI Cinemas, oltre ad avvalersi della partnership sociale dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) – prevede la realizzazione di percorsi di accessibilità in quattro importanti città italiane e partirà già in questo mese di settembre, con la resa accessibile del film La musica del silenzio di Michael Radford, con Antonio Banderas e Luisa Ranieri, biopic sulla vita del tenore Andrea Bocelli, distribuito da QMI dal 18 settembre. Su un altro versante, invece, si procederà la domenica mattina con le proiezioni Friendly Autism Screening dedicate ai bimbi, nel circuito di UCI Cinemas.
E dal punto di vista degli incontri/dibattito, è in programma anche il 22 settembre a Torino il convegno intitolato Informazione Cultura e Accessibilità. Informarsi per informare, curato da Torino + Cultura Accessibile, in collaborazione con l’ANFFAS Piemonte (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) e con l’Associazione Oltre la Forma, di cui abbiamo già riferito in altra parte del giornale. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@blindsight.eu (Massimiliano Bellini).
L’Huffington Post.it del 08-09-2017
Valeria Golino a Venezia racconta le difficoltÀ di interpretare un personaggio non vedente
“Non vedere, vedendoci. Sviluppare la capacità di capire il tuo mondo da un punto di vista completamente diverso dal tuo, diventare a poco a poco Emma, che a 16 anni ha perso la vista, e scoprire Il Colore nascosto delle cose” dice all’ANSA Valeria Golino, protagonista del film di Silvio Soldini, oggi fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia e da domani in sala in 200 copie da Videa.
Un film sentimentale che racconta di Teo (Adriano Giannini), “un cialtrone che passa da un letto all’altro, inventando scuse per non restare fino alla mattina, in fuga dalle responsabilità e da se stesso” fino a quando non incontra Emma, un’osteopata che gira per la città col suo bastone bianco, decisa, autonoma.
“Emma è fragile ma non debole” dice la Golino di quella donna che sembra non rassegnarsi al suo handicap nella sua determinazione a voler fare qualunque cosa, dal giardinaggio ad andare al cinema. Teo scommette con un collega che si porterà la cieca a letto ma conoscendola la scopre diversa da tutte le donne incontrate prima, attirato da lei e dal suo modo di stare al mondo.
Il film, racconta Soldini, nasce dall’esperienza “fatta per un documentario, Per altri occhi, girato qualche anno fa con persone non vedenti. Il contatto con queste persone mi ha fatto ripensare agli stereotipi che abbiamo sulle persone disabili, la conoscenza è il primo modo per abbatterli, così è venuta fuori l’idea di farne un film di finzione”. Il colore nascosto delle cose passa fuori concorso, ma anche in gara non avrebbe sfigurato: “Mi sta benissimo così. Già c’è lo stress per l’uscita in sala di domani, quello del concorso meglio evitarlo”, risponde Soldini.
Prima di girare il film Valeria Golino ha fatto un lungo lavoro di preparazione “a Roma e a Milano, con il gruppo di persone non vedenti che Silvio aveva conosciuto per il documentario e che si sono messe a disposizione con grande allegria. Ho fatto tanti esercizi: per tre giorni la settimana giravo bendata per la città insieme alla mia coach per imparare a muovermi, poi ho preso confidenza con il bastone che a noi sembra quasi un orpello, ma che per la persone non vedenti è il suo migliore amico per girare in città. Insomma mi sono preparata a capire da cieca geograficamente dove mi trovavo e poi ho invaso la vita di amici non vedenti per capire come rispondono al telefono, come fanno la spesa, come usano il cellulare, ho imparato da loro o da attrice ho finto di imparare. Poi però le cose girando si sono complicate, perché per noi che siamo abituati ad usare gli occhi per esprimere i sentimenti era difficile dare emozione, comunicare senza guardare. Come – scherza la Golino – non guardare Adriano, superando lo sguardo di questo bellissimo uomo?”.
Alla fine il film resta la storia di un incontro, di un avvicinamento sensoriale, che rimette in discussione i protagonisti e ci dice di guardare oltre le apparenze.
Un personaggio come Emma a Valeria Golino resta dentro: “Ho una certa ammirazione per il suo modo di essere una persona equilibrata, senza fronzoli, senza seduttività, ma non perché cieca, sarebbe stata così comunque, fragile ma non debole. Ecco, aspirerei ad essere una persona così”.
di Alessandra Magliaro
Gazzetta di Modena del 03-09-2017
A Venezia c’È Asia, ragazza ipovedente del regista Fasulo
LIDO DI VENEZIA. Asia è una ragazzina ipovedente di 11 anni che vive a Modena. È solare, frequenta la scuola, non ama molto la matematica ma le piacciono i cavalli e l’equitazione. Un giorno decide di partecipare ad una corsa di 5 chilometri, la charity run “Runner in vista”, di cui è anche testimonal e di vincere così, grazie all’amore della famiglia e degli amici, la sua grande sfida. Ecco la trama di “A un passo dall’orizzonte”, il documentario diretto da Fabio Fasulo, da un soggetto di Emilio Mori, anche ideatore del progetto e Manager dell’Agenzia Proxima e prodotto da Savills Larry Smith Italia che martedì 5 settembre approderà alla 74° Mostra del cinema di Venezia. Il regista del documentario, il modenese Fabio Fasulo, racconta le varie tappe del progetto, dalle genesi fino al tappeto rosso del Lido di Venezia. Come è nata l’idea di “A un passo dall’orizzonte”?«L’idea nasce dal progetto “Runner in vista” ideato dall’agenzia di comunicazione modenese Proxima Spa che mi ha contattato per la realizzazione di un progetto audiovisivo. Il soggetto di Emilio Mori, manager dell’agenzia, era di raccontare la storia di un ragazzo o ragazza non vedente o ipovedente e di farla coinvolgere al progetto che consiste in un tour di undici camminate che da maggio a luglio ha attraversato l’Italia, creando un’esperienza unica di crescita e di incontro tra runner vedenti e non vedenti. Abbiamo quindi contattato l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Onlus per farci aiutare nella ricerca di una persona che potesse avere le caratteristiche più vicine al personaggio che volevamo raccontare. In questo modo abbiamo conosciuto Asia, una ragazza modenese di undici anni ipovedente dalla nascita».In che modo ha cercato, attraverso la regia, di raccontare la storia di Asia?«Inizialmente ho realizzato le riprese con uno staff ristretto di persone per avvicinarmi in maniera meno invasiva possibile. C’è stata quindi una prima fase di osservazione che è servita anche a me a capire come comportarmi per il seguito delle riprese. La criticità principale è stata quella di realizzare un progetto audiovisivo dove far capire le problematiche quotidiane di una persona ipovedente e delle persone che vi sono attorno. Questo perché “visivamente” risulta complesso accorgersi delle piccole e grandi difficoltà dato che Asia è una ragazzina molto autonoma in tante sue attività. Ho dato voce, tramite interviste, ad Asia e ai suoi genitori facendo raccontare il loro personale punto di vista. Sono emersi aspetti che solo chi vive certe situazioni può capire ed esprimere».Come è stato lavorare con Asia? «Non è stato facile trovare la modalità giusta per approcciarmi, Asia è una ragazzina molto vivace e di certo non timida. Quindi cercare di indirizzarla in ciò che serviva per il documentario è stato impegnativo, anche perché, come racconta la madre, non ha ancora preso a pieno la consapevolezza della sua situazione. D’altra parte è stato un bene perché mi ha dato tanti spunti interessanti per la realizzazione del documentario».Pochi giorni vi separano dalla Mostra del cinema di Venezia, come e dove avverrà la presentazione del documentario?«Verrà proiettato martedì all’interno del Venice Production Bridge, ci sembrava l’occasione migliore e idonea per concludere al meglio questo progetto molto ambizioso. Questo contesto è dedicato in particolare alla presentazione e allo scambio di progetti inediti di film e work in progress, per favorire il loro sviluppo e la loro realizzazione. Data la tematica stiamo già provvedendo a realizzare delle proiezioni anche per un pubblico di ipovedenti e non vedenti».
di Serena Fregni
Mymovies.it del 19-09-2017
Andrea Bocelli: “il talento non È un merito personale”
Trasposizione dell’autobiografia del tenore, La musica del silenzio è una denuncia al caso che “non esiste, è un’illusione”. Il Maestro, Luisa Ranieri e Michael Radford si raccontano.
Amos Bardi – alter ego di Andrea Bocelli – fin da giovanissimo presenta una dote innata per il canto. Affetto da un glaucoma che lo rende quasi cieco, è costretto ad affrontare numerosi interventi chirurgici e, in età scolare, a separarsi dalla famiglia per entrare in un istituto per non vedenti e imparare il Braille. Nonostante un incidente aggravi la sua malattia, Amos non si arrende a chi scredita il suo talento e farà di tutto per coronare il suo sogno per diventare un tenore.
“Ho cercato di rispettare l’umanità dei personaggi, cercando di fare un film che fosse il più italiano possibile, anche se gli attori recitavano in inglese. La grande sfida è stata quella di non cadere nei luoghi comuni con cui a volte vengono rappresentati gli italiani.”
— Michael Radford
Presentato in anteprima mondiale a Firenze domenica 17 settembre, il film è un biopic che racconta oltre quarant’anni di vita del Maestro, attraverso un “linguaggio [cinematografico] diverso da qualsiasi altro”. Consapevole di questo, Radford ha voluto “drammatizzare” alcuni snodi salienti del passato del Tenore che, da parte sua, “ha lasciato piena libertà agli autori in fase di scrittura, per una chiara reinterpretazione dei fatti.”
Andrea Bocelli ha seguito le riprese con “l’interesse di chi si avvicina a un mondo che conosce poco o niente, con curiosità e una specie di ansia di sapere, di capire e di conoscere.” Su Toby Sebastian, che ha interpretato il suo alter-ego, si esprime con un lungo elogio: “ha colto l’essenza del mio modo di comportarmi, di muovermi. Lui mi ha incontrato nei luoghi dove ho vissuto l’infanzia, mi ha visto a cavallo, mi ha osservato nella quotidianità. È stato bravissimo.” Al suo fianco, Luisa Ranieri è la madre di Amos, una “donna molto determinata a sostenere il talento del figlio. Che ha sempre lasciato la possibilità al giovane di sperimentare, senza essere esageratamente apprensiva.” Nonostante siano state tante le difficoltà incontrate nel tratteggiare il disegno psicologico del personaggio, dichiara quanto “da mamma italiana, ho fatto molta fatica a mettere da parte le preoccupazioni nei confronti del piccolo Amos. Col regista abbiamo lavorato per sottrazione, cercando di andare oltre la malattia per mettere alla prova il bambino come faceva lei.”
La Musica del Silenzio è un film in cui l’attenzione si concentra sull’umanità delle persone che da sempre circondano Andrea/Amos e i luoghi in cui ha vissuto la giovinezza e l’infanzia. Trasposizione di un libro che ha un messaggio preciso, nelle parole di Bocelli, è una denuncia al caso che “non esiste, è un’illusione. Perché anche il talento in sé per sé non è un merito personale.” Un messaggio di cui fare tesoro per capire le origini e la caparbietà che hanno condotto Bocelli ad essere oggi un’eccellenza della musica classica e un uomo fermamente convinto che ogni vita risponde a una regia ben precisa.
di Olivia Fanfani
Il Dubbio del 08-09-2017
“Io, avvocata non vedente, vi spiego come ce l’ho fatta”
La storia di Stefania Doronzo, trentadue anni, di Barletta, è non vedente assoluta e ha da poco superato l’esame di abilitazione alla professione forense
«Mi vorrei battere per facilitare l’accesso alla professione forense per tutti i diversamente abili». Stefania Doronzo ha da poco superato l’esame di abilitazione alla professione forense. Trentadue anni, di Barletta, è non vedente assoluta. Per raggiungere il suo obiettivo ha dovuto superare parecchi ostacoli con una determinazione fuori dal comune.
Avvocata, quale è stata la difficoltà più importante?
Lo scritto all’esame di abilitazione. Per necessità di anonimato bisogna comporre manualmente l’elaborato. Ma io sono abituata a fare tutto col computer. Di conseguenza, sono stata accompagnata da un’assistente che ha dovuto scrivere al posto mio. Ho chiesto di poter usare il computer perché elaborare mentalmente dei contenuti di altissima tecnicità e chiedere a qualcun altro di scriverli non è così semplice – ma al primo tentativo questa possibilità mi è stata negata. Ho sostenuto l’esame altre due volte e, anche appellandomi ad alcuni precedente, ho ottenuto ciò che chiedevo.
Ha dovuto superare molte diffidenze?
La difficoltà più grande è con- vincere chi non conosce le nostre disabilità a venirci incontro. Non si tratta di una facilitazione, ma di offrirti la possibilità di scrivere di tuo pugno l’elaborato. Il primo tentativo per me è stato straziante. Mi ero molto demoralizzata e mi ero ripromessa che se non l’avessi superato quest’anno non ci avrei più provato. Perché ogni volta, all’indomani dell’esame, per me era un incubo. Avevo perso le speranze, mi ero iscritta di nuovo all’università per abilitarmi all’insegnamento del diritto, visto che la laurea in Giurisprudenza non è sufficiente per farlo.
Ci vuole una determinazione profonda per non perdersi d’animo…
La mia motivazione più grande è la passione. Fin da piccola, quando guardavo Forum in Tv, il diritto mi ha sempre affascinata. Se non avessi avuto questa passione avrei mollato già all’università.
Come sono stati gli anni dell’università?
Non ho avuto tante difficoltà. Sono di Barletta e mi sono laureata con 110 a Bari. Però, per evitare di fare la pendolare ho scelto di non frequentare i corsi. Ho sempre studiato con le audioregistrazioni: fai registrare integralmente i testi e li ascolti. Ma, ovviamente, se hai dubbi e vuoi ripassare solo un punto specifico è tutto più complicato. Una persona vedente apre la pagina che desidera e rilegge ciò che gli interessa, io dovevo riascoltarmi un’ora o un’ora e mezza di registrazione prima di arrivare al punto. Ma il mio motto è “volere è potere”.
Come cambia il rapporto con un’aula di Tribunale per un non vedente?
Oltre ad aver fatto la pratica in uno studio a Barletta ho avuto la possibilità di fare il tirocinio in Tribunale, negli uffici giudiziari. È stata l’esperienza più bella della mia vita. Da praticante ho imparato cosa si prova a stare davanti a un giudice, da tirocinante ho capito cosa significa stare di fronte agli avvocati. La difficoltà maggiore per un non vedente è la confusione che a volte regna nelle aule di Tribunale. Ma fortunatamente abbiamo un alleato: il processo telematico.
Che tipo di avvocato sarà?
Devo confessare una cosa: il giorno della laurea ho promesso che avrei fatto di tutto per sostenere l’esame in magistratura. È questo il mio sogno nel cassetto, ci vorrei provare.
La Repubblica del 26-09-2017
Sport paralimpici Sbarca al Tre Fontane il centro d’eccellenza
ROMA. Piscina coperta, palestra attrezzata per scherma e danza, pista di atletica, campi da torball, calcio, calcetto e tennis: è la ricca dotazione del Centro di preparazione paralimpica — la prima struttura in Italia interamente dedicata allo sport per i diversamente abili — inaugurato ieri nel complesso del Tre Fontane all’Eur. «È la realizzazione di un sogno, non solo del presidente del Comitato italiano paralimpico Luca Pancalli ma un sogno di tanti. Il sogno di vedere diventare adulto il movimento paralimpico» come ha detto nella cerimonia di ieri il Capo dello Stato Sergio Mattarella. «I successi alle Olimpiadi di Rio de Janeiro dello scorso anno hanno fatto capire che si può realizzare un sogno. È questo un elemento che arricchisce la civiltà del nostro paese » ha aggiunto il Capo dello Stato alla platea in cui sedevano, tra gli altri, i ministri Luca Lotti e Marianna Madia, il governatore Nicola Zingaretti e la sindaca Virginia Raggi, oltre a Pancalli (che ha dovuto attendere 11 anni, passando per 4 sindaci e due commissari per vedere realizzato il sogno), al presidente del Coni Giovanni Malagò e alla campionessa paralimpica Bebe Vio.
L’inaugurazione è arrivata dopo un iter burocratico complesso per un contenzioso tra il Campidoglio ed Eur Spa, che si dividono la proprietà dei sette ettari su cui sorge l’impianto. La delibera comunale che ha concesso al Cip l’area è datata febbraio 2006, nel 2009 l’ente ha aperto un mutuo con il Credito Sportivo e i cantieri sono partiti nel 2012. Mancava però l’accordo sulla gestione dei terreni a causa della comproprietà tra i due enti. In estate, dopo una lunga mediazione tra le parti, è stata scelta la strada di un comodato d’uso gratuito di un anno da parte di Eur Spa a vantaggio di Roma Capitale: i 12 mesi serviranno a cercare un accordo permanente per il centro su cui il Cip ha investito 15,7 milioni di euro. Per Virginia Raggi «la soluzione che ha portato alla realizzazione della Cittadella dello Sport è un modello di collaborazione inter-istituzionale. Anche di questo dobbiamo essere orgogliosi». E se servirà ancora qualche settimana per aprire al pubblico il Centro, a causa delle autorizzazioni ferme da tempo per lo stallo burocratico, il Cip sta già lavorando per l’ampliamento della struttura in cui investirà altri 6,5 milioni per il secondo lotto di lavori che prevede palazzetto dello sport, foresteria per 100 atleti e un centro per la medicina sportiva.
di Gabriele Isman
Superando.it del 06-09-2017
Audoguida accessibile alle meraviglie dei borghi d’Italia
Grazie alla progettazione di un’applicazione accessibile per dispositivi Apple (iPhone e iPad), alla cui realizzazione ha collaborato l’UICI di Modena, sono fruibili anche da parte delle persone non vedenti o ipovedenti le mappe virtuali del percorso artistico-culturale offerto dal progetto nazionale “Borghi – Viaggio Italiano”, iniziativa che mette in rete le eccellenze architettoniche, paesaggistiche e urbanistiche di centinaia di località del nostro Paese, puntando innanzitutto alla tutela di tale patrimonio.
Prosegue con successo, nel segno del progetto nazionale denominato Borghi – Viaggio Italiano, la collaborazione tra l’UICI di Modena “Mariangela Lugli” (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e la Regione Emilia Romagna, per promuovere iniziative finalizzate a rendere accessibile anche alle persone non vedenti ed ipovedenti il prezioso patrimonio artistico e culturale del nostro Paese.
Infatti, dopo la creazione dello schermo interattivo touchscreen (“schermo tattile”), presentato nel 2015 all’interno dell’EXPO di Milano, le diciotto Regioni promotrici del citato progetto Borghi – Viaggio Italiano (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Veneiza Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto), coordinate dall’Emilia Romagna, hanno realizzato un nuovo prodotto digitale per rendere appunto accessibili tutte le relative informazioni.
Entrando ulteriormente nel dettaglio di Borghi – Viaggio Italiano, si tratta di un’iniziativa che mette in rete una serie di eccellenze architettoniche, paesaggistiche e urbanistiche, puntando innanzitutto alla tutela del patrimonio storico-ambientale diffuso in 800 borghi e località italiane legate a illustri personaggi della cultura nazionale: dai Borghi d’Italia ai Borghi Storici Marinari, dai Borghi delle Terre Malatestiane e del Montefeltro alle Località dei Paesaggi d’Autore. Tra essi, vi sono tra l’altro anche numerose località colpite dal recente terremoto in Centro Italia, alle quali verrà prossimamente dedicato uno specifico evento.
Come detto, quindi, l’iniziativa vede anche l’apporto tecnico dell’UICI di Modena, che grazie alla progettazione di un’applicazione accessibile per dispositivi Apple (iPhone e iPad), rende fruibile a tutti gli utenti visitatori, anche persone non vedenti o ipovedenti, le mappe virtuali dell’intero percorso artistico-culturale offerto dal progetto nazionale.
Va ricordato anche che nel maggio scorso a Roma, in occasione dell’inaugurazione della mostra Ai confini della meraviglia – affascinante percorso espositivo fatto di esperienze autentiche, prodotti enogastronomici, tradizioni e qualità del vivere delle Regioni aderenti a Borghi – Viaggio Italiano – a fianco del ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, dell’assessore al Turismo e Commercio dell’Emilia-Romagna Andrea Corsini e degli assessori al Turismo delle varie Regioni coinvolte, vi era anche Ivan Galiotto, presidente dell’UICi di Modena.
Da ultimo, ma non ultimo, in stretta connessione con quanto detto, proseguirà ancora per tutto il mese di settembre l’iniziativa Passaborgo, con l’invito a visitare 200 borghi distribuiti in tutta Italia, che offrono convenzioni speciali per i turisti.
Anche qui le informazioni utili alle persone con disabilità visiva potranno essere scaricate dalla App realizzata dall’UICI di Modena. (S.B.)
L’App Borghi Viaggio Italiano Audioguida è disponibile e scaricabile gratuitamente dall’Apple Store. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa UICI di Modena (Alberto Sabatini), uicmouiciechi.it.
Blog Invisibili – Corriere della Sera del 14-09-2017
L’accessibilitÀ che include, anche in Aspromonte
La roccia biancastra e i terrazzamenti guardano verso i due Mari. Qui lo Jonio e il Tirreno mischiano le loro acque e le leggende millenarie degli uomini che le hanno solcate. È un paesaggio sterminato che sa di infinito, ma che la natura delimita con la vicina Sicilia. Lo Stretto visto dall’Aspromonte non è altro che una vasca in cui si nascondono intrecci di genti diverse che hanno reso a questa terra, la Calabria, una bellezza che stride con i problemi atavici che ne bloccano lo sviluppo. Ma qui, tra le vette aspre e invalicabili della montagna reggina, si cela anche un cuore fatto di inclusione e di innovazione, che tesse reti sociali e istituzionali per favorire la crescita ancora inespressa di un territorio complesso.
Sono dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte le ultime iniziative che puntano a creare percorsi accessibili in montagna. Una di queste, “Sguardi nuovi per vecchi sentieri”, prende il via dal racconto di Edward Lear, autore de “Diario di un viaggio a piedi”, che nell’800 percorse la provincia di Reggio Calabria alla scoperta dei borghi che ancora oggi sovrastano le salite impervie della punta calabrese, custodi inconsapevoli di storia, cultura e tradizioni.
Qui l’italiano, l’inglese, l’arabo e il grecanico (antica lingua residua derivata dal greco e utilizzata ancora oggi nei comuni della così detta “area grecanica della provincia di Reggio Calabria, ndr) da oggi e per la prima volta si mescolano al Braille su alcuni pannelli che riportano i passi salienti dell’opera di Lear, completi delle illustrazioni presenti nel libro, e realizzate dall’autore stesso, concepite per essere “viste” attraverso la sensibilità tattile. I pannelli realizzati fanno parte di un progetto realizzato su iniziativa del Liceo Scientifico Statale “Leonardo Da Vinci” con il Dipartimento dArTe dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, finanziato dal MIUR nell’ambito del Concorso nazionale “Progetti didattici nei musei, nei siti di interesse archeologico, storico e culturale o nelle istituzioni culturali e scientifiche”. Alla realizzazione ha contribuito anche la locale sezione dell’Uici.
«Si tratta di un’infrastruttura culturale – ha spiegato il presidente dell’Ente Giuseppe Bombino – che oggi rappresenta un cantiere in cui sperimentare la totale accessibilità per le diverse disabilità».
Ad esempio proprio in questi mesi si stanno sperimentando piccoli interventi per rendere la struttura raggiungibile da chiunque: camminamenti a terra per ciechi o congegni di avvicinamento.
«Sarà il primo presidio di inclusione dell’Aspromonte che si sviluppa intorno ad un motivo culturale: il libro di Lear».
L’esperimento proseguirà poi con una pubblicazione in nero braille e verrà esteso a tutti gli autori indigeni che hanno rappresentato la Calabria e l’Aspromonte nel mondo, da Seminara a Corrado Alvaro. E nel tempo l’obiettivo è quello di riuscire a coinvolgere anche alcune zone delicate perché storicamente ad alta densità mafiosa e criminale come San Luca.
«Provare a cambiare un territorio impenetrabile e resistente allo Stato – sintetizza Bombino – grazie ad un approccio inclusivo per tutte le persone ci sembra un fatto importante. Così puntiamo a scardinare il paradigma dell’Aspromonte, immaginato come luogo inaccessibile e resistente. In questo senso per noi l’accessibilità è un valore aggiunto».
E non solo. Perché l’accessibilità in alcune circostanze e nei progetti dell’Ente Parco diventa anche opportunità. Per i giovani, ad esempio. Già da diverso tempo l’attenzione dell’Ente era volta a incentivare la mobilità sostenibile. L’idea poi è stata quella di assegnare ad una scuola il compito di produrre i mezzi pensando anche alle persone con disabilità. Sono stati i ragazzi dell’Istituto Industriale Panella-Vallauri, all’interno del laboratorio di meccanica della scuola, a progettare e realizzare i prototipi di tre biciclette diverse: a pedalata assistita, su tre ruote per essere montata anche da chi non può contare sull’uso delle gambe, un’altra per il soccorso in montagna.
«L’obiettivo era garantire, nell’ultima provincia d’Italia, una filiera non del prodotto ma del territorio mettendo in risalto le nostre migliori intelligenze. Esiste – spiega ancora il presidente – l’innovazione di prodotto e l’innovazione di processo. Abbiamo deciso di puntare sulla seconda, ovvero sulla capacità di ricostruire la filiera che assume anche una valenza maggiore. La vera innovazione per noi è l’idea che il territorio si possa riconoscere in un progetto e crescere con esso in maniera armonica».
L’accessibilità in Aspromonte è una delle vette più difficili da conquistare. Ma l’idea che qui possa diventare motore di sviluppo è già in qualche misura rivoluzionaria.
di Giulia Polito @GiuliaPolito
La Nuova Sardegna del 13-09-2017
A Viddalba percorso tattile nel museo
VIDDALBA (SS). Da qualche settimana e d’ora in poi in maniera permanente, un importante elemento di novità caratterizza il percorso espositivo del suggestivo museo archeologico di Viddalba: il cosiddetto percorso tattile ideato per i non vedenti, ma utile dal punto di vista didattico anche per i bambini e per gli adulti. In particolare, si tratta della predisposizione di diversi supporti nei quali sono stati sistemate delle copie di reperti originali che è possibile ammirare solo all’interno delle vetrine. Insomma, il percorso tattile per i non vedenti è stato studiato perché chiunque possa essere aiutato in maniera determinante ad apprezzare meglio i manufatti che prima venivano ammirati solo visivamente, facendo in modo che soprattutto i bambini con questo stratagemma abbiano l’opportunità di apprezzare la plasticità del manufatto. «È certamente un elemento di civiltà avere ideato il percorso tattile – dichiara il coordinatore scientifico del museo di Viddalba Franco Campus – per far sì che persone meno fortunate per motivi contingenti, possano apprezzare il reperto non come un feticcio ma come un oggetto reale fornendo uno strumento didattico anche ai bambini e agli adulti. Infatti – conclude Campus – nel caso arrivino delle scolaresche al museo stiamo predisponendo un sistema didattico di bendatura per tutti affinché i bambini dopo avere visto il reperto originale possano riconoscerne la copia tastandolo con le mani». (g.f.)
Giornale UICI del 22-09-2017
Torino – La chiesa di San Lorenzo a Torino: un racconto da toccare con mano
di Gianni Laiolo e Chiara Pipino
Tra le numerose attività che animano il panorama culturale torinese è interessante, per l’attenzione dedicata ad ogni singolo turista, una delle proposte offerte dalla chiesa di San Lorenzo. La volontà di rendere nota ai cittadini e agli altri visitatori la storia dell’edificio ha sempre trovato ampia disponibilità in differenti gruppi di volontari e grande risonanza negli studi sul barocco piemontese. Proprio all’interno di questo fortunato contesto opera un piccolo gruppo di volontari, le Pietre Vive, una comunità di ispirazione ignaziana che, oltre all’accoglienza di quanti desiderano conoscere la chiesa, si propone di garantire un accompagnamento alla visita per persone cieche e ipovedenti. L’idea nasce in seguito ad una collaborazione col settore cultura dell’Unione Ciechi e Ipovedenti di Torino, col quale è stato possibile confrontarsi sui temi di cultura e accessibilità, e dal desiderio di valorizzare la chiesa con un approccio completo. In quest’ottica è stata riconsiderata la finalità del servizio: rendere l’edificio “pietra viva” raccontandone i significati cristiani e la storia celati dietro la sua architettura.
L’esperienza con Pietre Vive è interessante per scoprire qualche dato storico su San Lorenzo e su una Torino di fine 1600. La chiesa, uno dei capolavori del barocco piemontese, costituisce il riflesso di una politica di rinnovamento e ampliamento urbano intrapresa dai Savoia per lo spostamento nel 1568 della capitale dello stato sabaudo da Chambery a Torino. Eretta per il voto del duca Emanuele Filiberto in occasione della battaglia di San Quintino (10 agosto 1557), celebra la vittoria delle truppe di Filippo II di Spagna, alleate dei piemontesi, contro l’esercito francese. I lavori di costruzione, intrapresi tra il 1563-64, prevedevano la ristrutturazione della chiesetta romanica di Santa Maria del Presepe o Santa Maria della Neve. Di questo ambiente non rimane ormai nulla, ma le fonti sono concordi nel testimoniare che fu il primo luogo ad ospitare la reliquia della Sindone, trasporata qui nel 1578 da Chambery in occasione del pellegrinaggio di Carlo Borromeo. La chiesa come la vediamo oggi è documentata a parire dal 1634, probabilmente su progetto di Carlo Castellamonte e commissione di Vittorio Amedeo I; tuttavia, l’intervento guariniano risale agli anni 1666-1680, periodo in cui è affidata all’ordine dei Teatini sotto Carlo Emanuele II. Infine l’edificio, dopo essere stato abbandonato nel corso del 1800 a causa dell’occupazione francese e aver subito danneggiamenti alla cupola durante il secondo conflitto mondiale, torna al suo rinnovato splendore con la campagna di restauri del 1997-1999,
Per fornire una visita esaustiva e coinvolgente il gruppo delle Pietre Vive, oltre a un approfondito studio storico-artistico, ha ipotizzato l’utilizzo di strumenti utili a un approccio che solleciti diversi sensi. Proprio per questo, oltre all’ascolto delle informazioni fornite dai volontari, è prevista anche l’esplorazione tattile di disegni a rilievo (della pianta e della facciata) e di alcuni particolari architettonici al fine di sottolineare i punti di principale interesse. Una delle prime necessità è quella di far comprendere l’orientamento e la dislocazione dei due diversi ambienti che compongono la chiesa: l’Oratorio dell’Addolorata, dall’assetto longitudinale e con affreschi che rappresentano scene del martirio di Cristo, e la chiesa, a pianta ottagonale e ricca di dettagli decorativi, com’è tipico del barocco. Il disegno a rilievo della pianta assolve a questa necessità e permette di introdurre altri aspetti per cui San Lorenzo appare unica riassumibili in tre caratteristiche: struttura della cupola, rapporto tra architettura e cultura religiosa, forte legame con la committenza ducale. La cupola costituisce senza dubbio l’elemento più rivoluzionario e all’avanguardia: non più la sfera compatta dell’antica cupola, in cui trovavano spazio gli affreschi simboleggianti la volta celeste, ma una struttura scavata da aperture, derivata da suggestioni ispano-moresche e gotiche, in cui la luce allude all’infinito e alla divinità e dove l’architettura stessa si fa portatrice di significati religiosi. Ne deriva dunque uno stretto legame tra contenuti spirituali ed elementi costruiti, dato non trascurabile se si tiene presente che Guarino Guarini era un padre teatino e possedeva una formazione religiosa. Inoltre è importante considerare il legame dell’edificio con la committenza ducale per il forte condizionamento che ha comportato nell’aspetto definitivo della chiesa, di cui sono alcuni esempi il paliotto d’altare con la decorazione in rilievo della battaglia di San Quintino, la presenza di statue di santi legati alla dinastia dei Savoia, infine la facciata sobria e in armonia col resto degli edifici di Piazza Castello, in rispetto delle ordinanze emesse dai Savoia.
Il percoso di visita è ancora in fase di sperimentazione sia perché alcune delle strumentazioni di cui vorrebbe avvalersi il gruppo, tra cui il modellino della cupola, non sono ancora state realizzate sia perché la verifica del lavoro svolto nasce anche dall’incontro con i turisti. Forse proprio grazie al suo carattere sperimentale e al piccolo contesto in cui operano le Pietre Vive, l’esperienza presenta un duplice valore: sia promuovere la conoscenza dell’architettura e dei significati religiosi e spirituali di uno dei gioielli del panorama torinese e sia essere occasione di socialità. Grazie a questa dimensione viene sottolineata l’importanza di una conoscenza del patrimonio condivisa, in cui le peculiarità del gruppo di visitatori sono colte come una ricchezza di prospettive con cui porsi nei confronti dell’altro.
Giornale UICI del 25-09-2017
Napoli – Corso per pizzaioli non vedenti una ventata di originalitÀ e innovazione
di Antonella Improta
La città di Napoli, tra le sue mille magnifiche sfaccettature, ha tre caratteristiche riconosciute in tutto il mondo: Il sole, il caffè e…. la pizza! È lei, la protagonista indiscussa e fonte di ispirazione per questa nuova iniziativa, per adesso proposta in via sperimentale, dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Gaetano Orefice, ideatore ed organizzatore di questo laboratorio ha formato un gruppo di 6 persone che in questa occasione si sono messe in gioco per sperimentarsi e svolgere una attività diversa da quelle schematiche della loro quotidianità. I 6 corsisti, hanno avuto la possibilità di apprendere tecniche per la stesura dell’impasto… stimolare le proprie capacità creative nell’inventare nuove combinazioni di ingredienti da inserire sulla pizza… ma cosa più importante, hanno rafforzato il loro legame di amicizia, sentimento che assieme alla solidarietà rende tutti noi persone migliori!
Il corso per pizzaioli non vedenti, è gestito dal Maestro Fabio Cristiano, pizzaiolo internazionale dalla fama indiscussa, che si è tuffato in questa avventura con curiosità, sensibilità, entusiasmo… e spirito di iniziativa! Fabio infatti, non ha esitato a bendarsi per fare una pizza al buio, al solo scopo di comprendere meglio quali erano le difficoltà dei suoi allievi per poterle arginare o superare. “mi aspettavo sicuramente di più”; questo il commento di Fabio in relazione alla sua pizza da bendato… “la mia intenzione è quella di riprovarci per ottenere un risultato migliore”…. Prosegue il Maestro commentando l’esperienza. Il corso per pizzaioli, è da considerarsi un trampolino di lancio per questa nuova attività… … “sicuramente ne faremo altri”, afferma Fabio, che con la sua ormai caratteristica tenacia è fermamente intenzionato a proseguire con questo progetto.
“Sono le idee innovative come quelle di Gaetano e la disponibilità di persone come Fabio che ci permettono di svolgere la gran parte delle nostre iniziative ”asserisce Mario Mirabile, presidente della sezione UICI di Napoli, che in questa, come in altre occasioni ha dimostrato entusiasmo per i progetti proposti dai soci e gratitudine per le persone esterne che come volontari, collaborano con l’Unione senza chiedere nulla in cambio. Anche se ancora non è concluso, possiamo dire quasi con certezza che l’esperimento è ben riuscito, dunque aspettiamo fiduciosi una seconda edizione per poterne parlare ancora!
focus
Lettera 43 del 17-09-2017
I lavoratori diversamente abili, ostaggi di un sistema non inclusivo
Soltanto due su 10 riescono a trovare una occupazione. Una cifra ben lontana dalla media Ocse (40%). Dalle carenze legislative all’ostacolo culturale: radiografia del gap italiano.
ROMA. Il governo è tornato a promettere nuove misure per ridurre la disoccupazione giovanile, giunta ormai a toccare percentuali drammatiche. Parlando al meeting di Rimini, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha annunciato lo stanziamento di 2 miliardi di euro e l’introduzione di nuove «norme anti licenziamento» con l’obiettivo di creare 300 mila posti. Ma sono i portatori di handicap, secondo una ricerca condotta dall’Ufficio Valutazione Impatto del Senato, a essere ancora una volta dimenticati e lasciati fuori dal mercato del lavoro.
- I numeri: solo due disabili su 10 riescono a trovare una occupazione
In Italia, solo 2 disabili su 10 riescono a trovare una occupazione. Si tratta di una cifra assai bassa, specie se comparata con quella – tutt’altro che lusinghiera – della media Ocse, che si attesta attorno al doppio: il 40%. L’82% dei disabili è escluso dal mondo del lavoro e, dunque, dal nostro assetto sociale. Ma aiutarli a trovare una occupazione non deve essere considerato mero welfare o, peggio, atto caritatevole, perché anche l’assistenza sociale ha un costo considerevole e a fondo perduto. Si potrebbe invece avere un risparmio o addirittura dei rientri semplicemente trovando mansioni adatte ai diversamente abili, in modo da includere una intera categoria, continuamente discriminata, in grado però di contribuire.
- Gli interventi legislativi: cambio di passo col governo Renzi
Dal dopoguerra a oggi sono state davvero poche le leggi mirate a un tema così delicato. Occorre però riconoscere che il legislatore è tornato a occuparsi della materia proprio sotto l’esecutivo Renzi: prima con il Jobs Act e poi con la norma “dopo di noi”. Ed è proprio quest’ultima ad aver segnato uno spartiacque con il passato. La legge 112/16, infatti, si occupa, tramite un fondo ad hoc e una serie di strumenti (dal trust a sgravi fiscali, fino ad arrivare a incentivi sulla stipula di polizze assicurative), di garantire dignità e indipendenza ai disabili dopo la morte delle persone che li accudiscono. Nonostante il disinteresse dei media, il provvedimento firmato della deputata del Pd Ileana Argentin è molto importante perché, mentre secondo il precedente regime alla morte dei tutori (di solito i genitori) lo Stato provvedeva a internare in apposite strutture le persone colpite da disabilità, oggi è possibile consentire loro di continuare a vivere nella casa famigliare in un quadro di relativo benessere, indipendenza economica e dignità.
- L’ostacolo culturale: la legge da sola non basta
Le disposizioni introdotte dalla L. 112/16 (“Dopo di noi”) sono sì importanti, ma non risolutive. Il solo modo per aiutare una persona diversamente abile a vivere appieno la propria vita, integrandosi con profitto nel tessuto sociale, è quello di consentirle di trovare un lavoro. E qui occorre vincere la diffidenza delle aziende, l’indisponibilità dei datori di lavoro, lo scarso coinvolgimento dei colleghi, discriminazioni dirette e indirette, pregiudizi radicati e stigma sociale. Insomma, la legge da sola non basta: occorrerebbe prima rieducare coloro che si ritengono “normali”.
- Le novità del Jobs Act: cambiano le regole su assunzioni e incentivi
Con le nuove norme in tema di lavoro, il legislatore ha modificato in parte anche la legge 68/99 (“Il diritto al lavoro dei disabili”) per ciò che riguarda il “collocamento mirato”. Tale istituto, introdotto 18 anni fa nel tentativo di dare una risposta al problema, almeno su carta, individua una serie di mezzi tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le capacità lavorative delle categorie protette, al fine di creare un punto di incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. Nei fatti si traduce nell’obbligo, per le aziende con più di 15 dipendenti, di assumere persone che abbiano un’invalidità lavorativa superiore al 45%. Una unità se occupano da 15 a 35 dipendenti, due dai 35 ai 50, il 7% dei dipendenti totali per quelle più grandi. Con il Jobs Act l’obbligo si è inasprito: scatta dal 15esimo dipendente e non più dal 16esimo e grava sull’imprenditore (ma anche sui partiti, sui sindacati e sulle associazioni senza scopo di lucro) a prescindere dalle nuove assunzioni. Riformati anche gli incentivi: dal 35% al 70% della retribuzione, tenendo in considerazione la durata dei contratti e tentando di favorire sopratutto i lavoratori con disabilità psichica, i “grandi esclusi” dal mondo del lavoro.
- Il collocamento mirato: una disposizione rimasta inattuata
In realtà, le novità del Jobs Act si innestano su una disposizione che, denunciano i sindacati, non ha mai funzionato e il cui ambito di applicazione è stato negli anni svuotato da deroghe ed escamotage per permettere agli imprenditori di sottrarsi ai propri doveri. Alcuni mesi fa, le organizzazioni sindacali di base della Cub (Confederazione Unitaria di Base) di Roma e Firenze hanno scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendogli di intervenire «al fine di favorire una reale applicazione della legge 68/99 nei luoghi di lavoro pubblici e privati». Le sigle sindacali hanno lamentato inoltre la mancata attuazione della “Banca dati del collocamento mirato”, istituita col Jobs Act ma mai avviata.
- Le critiche dei sindacati: quelle circolari del ministero del Lavoro che violano la legge
Nel loro appello a Mattarella, le organizzazioni sindacali individuano in particolare due circolari che consentono diverse deroghe alle disposizioni in tema di collocamento mirato. La 77 del 2001 permette alle aziende di pulizia di escludere dal computo delle quote obbligatorie i lavoratori assorbiti da appalti conseguiti dopo la costituzione. Quindi, se inizialmente sono costituite da 15 dipendenti e, a seguito di appalti, arrivano a contare oltre 50 lavoratori, a loro – e solo a loro – si continua a richiedere la quota fissa di un lavoratore disabile, facendo fede il numero di partenza. La circolare 2 del 2010 permette invece alle aziende in crisi che assumono lavoratori dalla mobilità di essere escluse dall’applicazione della 68/99 per l’intero periodo di fruizione degli ammortizzatori sociali.
- L’esempio statunitense: il Supported Employment
Quando si parla di welfare, gli Stati Uniti non sono certo un modello cui tendere. Eppure, in tema, hanno elaborato un istituto che pare garantire risultati. È il Supported Employment e prevede l’inserimento immediato del disabile nel mercato competitivo con un “job coach” che supporta sia il lavoratore sia il suo datore di lavoro. Secondo lo studio dell’Ufficio di Valutazione Impatto del Senato, si evitano così le trappole che si sono manifestate nella prassi italiana del lavoro protetto, che aumenta i rischi di esclusione dal lavoro ordinario, e le insidie dei tirocini, terminati i quali molti portatori di disabilità (sopratutto mentale) vengono lasciati a casa.
- Il rischio esclusione: oltre 80 mila alunni con disabilità nella scuola primaria
Secondo le ultime rilevazioni Istat effettuate nel 2013, in Italia ci sono 3,2 milioni di persone di età superiore ai sei anni con almeno una limitazione funzionale, di cui 2 milioni e 500 mila anziani. Sempre secondo l’Istat, nell’anno scolastico 2015-2016, gli alunni con disabilità nella scuola primaria sono 88.281 (pari al 3% del totale degli studenti), nella scuola secondaria di I grado 67.690 (il 4% del totale). Il 5 aprile del 2016, in audizione della Commissione Lavoro del Senato, il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, ha dichiarato: «Circa 269 mila disabili vivono con uno o entrambi i genitori (49,9%). Loro vedranno aumentare in futuro il rischio di esclusione ed emarginazione, se la società non sarà in grado di fornire loro il supporto delle cure e l’autonomia economica assicurata attualmente dalla rete familiare». Numeri importanti, come è importante la cifra che lo Stato destina a titolo di indennità di accompagnamento, lasciando queste persone parcheggiate a casa o presso presidi socio-assistenziali e senza permettere loro di contribuire allo sviluppo della società, in base alle proprie attitudini e capacità.
di Carlo Terzano
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